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(Chart Of The Week del 23/12/2012)
Si parta in ogni caso dall’assunto che in borsa non vi è e non vi sarà mai una “controprova del contrario”.
Occorre pertanto limitarsi ai fatti e gli stessi fatti ci sono resi evidenti solamente da uno “stupido grafico” che rappresenta dunque sinotticamente e imparzialmente la realtà.

Ed è quello che vediamo oggi, in un confronto.
DAX e FTSE-Mib sono stati parificati a 100 (quanto a valore di partenza) alla data del 14 Novembre 2011 (il Governo Monti si insediò il 16, per la precisione).

Dopo uno/due mesi soltanto di andamento quasi speculare (visibile nella parte di sx del chart stesso) l’Italia prese quasi da subito ad andare peggio del DAX.
Il DAX poi addirittura da inizio anno passò in positivo (valore > di 100) e non abbandonò più questa condizione, tranne l’appoggiarsi sulla parità stessa, a inizio Giugno 2012 (ellisse).
In quello stesso momento l’Italia si trovava già a -15% circa, a far data proprio dall’insediamento del Governo Monti.

Come detto all’inizio e in giusta premessa, non può sapersi come sarebbe potuta andare in differente situazione e condizione politica, ma quel che è certo è che dopo 7 mesi circa pagavamo già un dazio del 15% appunto al DAX (retorica onomatopea?).

Non era ancora il peggio!
Il peggio venne a Luglio, quando il nostro indice per un giorno (il 24/07) scese addirittura sotto i minimi del 2009 (quota 12.621 del 9/3/2009) e dovette intervenire Mario Draghi con la sua famosa (a memoria) boutade dalla BCE conference:
«Euro processo irreversibile, faremo ogni cosa per difenderlo!».

Si era giunti a un differenziale di performance quasi pari al 30%, dal 15% di inizio Giugno, con il FTSE-Mib in discesa libera e con il DAX invece addirittura alla prese con una piccola salita di una pista di sci di fondo!

E ora?
In un anno (in questi “tredici affascinanti mesi”, dallo Sweet November di Charlize Theron!), lo spread, sì, è sceso di oltre (circa) 100 punti (a inizio Novembre 2011 era ancora oltre i 400 bps!), scendendo temporaneamente anche appena sotto i 300bps, ma alla borsa tedesca e in termini dunque di economia reale paghiamo ancora un dazio di oltre 20 punti percentuali.

Infatti, da metà Novembre 2011:
•       il tedesco DAX30 è a +27,59%;
•       il nostro FTSE-Mib è soltanto a +5,62%.

In estrema sintesi, ecco quello che non dovrà più succedere nel 2013 e non è così necessario (guardando cosa è accaduto) che lo spread scenda ancora!

Capito, giornalisti e grandi economisti bocconiani?






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