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Nautilus
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(Chart Of The Week del 01/01/2013)
Innanzitutto, davvero Auguri di cuore a tutti i Lettori che onorano queste pagine della loro attenzione!

Dopo giusto preambolo, si dirà che, per ogni anno che inizia, si è spesso tesi ad affermare con forza:
«Questo potrebbe essere un anno decisivo!»

E dicendo proprio la massima verità, non sono mai stato condiscendente verso questi che – insieme ad altri – ritengo i soliti luoghi comune; anzi solitamente li aborro.
Tanto meno, credo alle previsioni “stagionalizzate”!

Ma è altresì vero che ormai da tempo avverto, in quest’anno (come accaduto per l’ultima parte di 2012, ove alcuni indici hanno accusato “soltanto” alcuni ritardi) che va a iniziare, l’embrione di un qualcosa di importante che sta per succedere, per svilupparsi…

E questo “fattore ignoto” (per ora) potrebbe investire, in primis e tra le altre, proprio la nostra borsa, la quale arriva da anni e anni di underperformance (per esempio), nei confronti dell’indice tedesco, il quale peraltro parrebbe avviato ad inaugurare un nuovo ciclo di bull market, giunto, com’è avvenuto in questo finale di 2012, a circa un 6% soltanto dai massimi di sempre e già realizzati all’inizio del 2000 e alla fine del 2007.
Sarà perché amo i numeri della Sequenza di Fibonacci, ma non sarà un caso che il primo massimo dell’indice tedesco compirà in questo 2013 i tredici anni e, cinque (appena compiuti) il secondo dei due.
E non lo considero un caso anche perché il precedente (e più uguale!) ciclo di bear market del mercato USA – quello degli Anni Settanta, per intenderci – cominciò davvero all’inizio del 1969, per abbandonare definitivamente – allontanandosi con violenza da quei vecchi massimi (appunto del 1969) – soltanto verso la fine del 1982, ovvero dopo tredici anni.

Coincidenze?
Può essere benissimo!
Ma le coincidenze, in borsa non avvengono mai (almeno del tutto) per caso.

E dunque, nel primo grafico di questo 2013, vediamo ancora comparati (in un ratio di relative performance) DAX e FTSE-Mib.
Ed escludendo proprio il movimento in ellisse – quella “andata e ritorno” che significò anche l’ultima stagione di miglior performance del nostro indice vs. quello teutonico (freccia) –, il vero movimento di continua sofferenza compie dunque quasi otto anni, otto anni in cui il ratio è passato da circa 1,30 sino ai minimi di 0,33 di questa estate.

Tradotto in soldoni puri, significa in pratica che il nostro indice, dal 2005 a oggi, si è “ridotto” a un quarto del valore di otto anni fa, un quarto del valore che esprimeva nei confronti del DAX.

Sarà sufficiente osservare questi pochissimi numeri, per cogliere l’essenza del tutto:

Valore indici al 7 Aprile del 2005:
•       DAX30:             4.389,52;
•       FTSE-Mib         32.856 punti.

Valore indici al 28 Dicembre di quest’anno e ultima seduta del 2012:
•       DAX30:             7.612,40 (incremento da allora: +73,42%);
•       FTSE-Mib         16.273 (decremento da allora: -50,47%).

Appare dunque palese come il nostro mercato abbia esattamente dimezzato il valore di allora, mentre per converso il DAX sia giunto quasi a raddoppiare.
Da qui, quel passaggio del ratio in grafico, da 1,30, sino all’attuale 0,37 del 28/12, raggiunto passando per i punti nodali delle FW x, y e z.

E ora, dall’attuale 0,37, occorrerebbe almeno giungere a…







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