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AMANUENSE e (P)REVISORE
Come dichiaravo nella precedente pagina, “Segreti e Bozze”, ho tentato in tutte le maniere e con tutte le mie possibilità di trasferire l’interattività attuale anche nel libro, un libro che è invece una delle cose più statiche che possano immaginarsi… e forse anche per fortuna! Come potrebbero godersi altrimenti inalterati i poemi di Omero, intatte le canzoni e le stanze del Petrarca e le liriche di Montale? Ma tornando a opere molto meno illustri, non a caso dedicai le pagine che tuttora vanno dalla 177 alla 198 (quasi un 10% dell’intero libro!) a un approccio operativo di intra-day trading, effettuato in real-time. Vi sono grafici ottenuti, mano a mano che la seduta newyorkese (quella presa di spunto, del 19 settembre 2006) procedeva, con precisi e inconfutabili segnali operativi inviati da/alla mia stessa e-mail, proprio per cercare di “garantire” l’autenticità del lavoro (sebbene perdessi tempo a compilarle!), altrimenti facilmente etichettabile come “posticcio e subdolo” ma, per coloro che lo desiderassero, io sono qui, e dunque simili esperimenti potranno ben ripetersi come e quando lo si preferisce e saranno anche oggetto dei miei corsi didattici e formativi sia psicologici di stress-test (tanto di moda oggi!) sia operativi. Inoltre per proiettare l’interattività anche in un futuro – che adesso è oramai passato – inserii nel libro una previsione di mercato (che è divenuta parte dell’Appendice, per non ostacolare i lavori di impaginazione del “pronto”, seppure già molto anticipata nelle pagine che la precedettero dove si discuteva del lunghissimo flat decennale), oltre ai nove titoli che avrebbero dovuto sconfiggere qualunque benchmark. Quale test dunque più probante dei due anni che seguirono l’uscita del libro? Tuttavia, in questa sede, era proprio la mia previsione, l’argomento su cui volevo fermarmi ancora a disquisire. In questi anni, si è forse creata di me l’immagine di un “rialzista convinto”. Mai cosa più sbagliata (ancorché già all’epoca parlai della “famosa” Onda C ribassista, che sarebbe dovuta giungere dopo il top realizzabile tra 2007 e 2008), ma forse alla fine, seppur profondissimo, il ribasso vero è durato troppo poco (da giugno 2008 a marzo 2009) per vedermi all’opera in un mercato ribassista, nonostante da luglio 2008 e fin proprio a marzo 2009 ebbi occasione di uscire su Trend-Online con una serie di interviste che non davano adito a dubbi di sorta. Riprendendo il discorso da quelle interviste, insomma e in buona sostanza, ritengo sia fondamentale, ancorché necessario, divenire pessimisti quando il mercato trasmette quest’umore, questo “mood”, ma in maniera netta e inequivocabile ovvero attraverso “conferme tecniche”, ovvero ancora quando Percezione (non sentiment si badi bene!) e Aspetto Grafico parlano la stessa lingua e questo fatto si verificò per esempio nel tardo giugno del 2008, con la seduta del 26 giugno quand’anche il Dow Jones violò gli 11.723 punti (vecchio top del 2000), confermando quanto già – e in buona parte – emerso dall’andamento dello S&P500, a 1.283,15 quella sera e dunque nuovamente sotto quel 1.320 che mi portai appresso per sei mesi: prima si rischiava ancora di imbattersi in una mega-trappola per orsi… ma all’epoca mi mancavano ancora le FW! A ogni modo, mutare la propria view prima o dopo (aver coraggio di cambiarla “in corsa” è l'essenziale!) non serve proprio a nulla, anzi pregiudica soltanto una “buona lettura” del mercato, che non rimane più asettica, ma viziatamente forzata da quelli che sono i nostri preconcetti. E quando si osserva un grafico, questi preconcetti non servono assolutamente! Ben anzi, occorre spogliarsene! E allora, già che si era in tema “Bozze”, vorrei fugare – soprattutto per somma tranquillità del Lettore – ogni dubbio che ancora potesse residuare. Il grafico che appare nella bozza qui riprodotta in foto è la versione successiva a quello già veduto. Infatti qui si è a pag. 229, contro la 230 di prima, poiché appunto l’immagine fu fatta “girare” in apertura di capitolo (al contempo la didascalia fu ridotta davvero “all’osso” e trasformata interamente in testo normale). L’immagine è quella definitivamente riveduta, in terzo e ultimo intervento di revisione, come appunto anche il grafico, ottenuto nuovamente e aggiornato al 30/04/2007, mentre quello precedente era “fermo” al dicembre 2006, infatti il 19 febbraio del 2007, consegnai come già detto e con grande terrore – non lo nego! – quel manoscritto che ovviamente ritenevo e a grandissimo torto definitivo. Ebbene quella previsione di vedere l’indice S&P500 sui massimi del marzo 2000 (a 1.530 circa ed eravamo allora a 1.400 punti circa) o addirittura oltre (1.740 come scrissi), per poi assistere alla “fatale” Onda C, fu da me concepita addirittura nell’estate del 2006 e qui sono mostrate entrambe le bozze, figlie di quel pensiero, inserito già nel manoscritto consegnato appunto a febbraio 2007. Insomma, o 1.530 o 1.740, si sarebbe saliti per scendere e tutto ciò lo dichiarai senza dubbi. Come si può arguire da quel chart, ero incerto semplicemente sulla tipologia di flat che sarebbe andato a disegnarsi: running (nel caso di salita oltre i 1.527,46 punti), expandend (nel caso di salita oltre quota 1.530 e poi di discesa sotto i minimi 2002/03) o piuttosto regular, vale a dire con massimi e minimi pressappoco simili. Ora si può dire sia stato semi-expanded per lo S&P500, perfettamente expanded per il Dow Jones. In ogni caso e non a caso etichettai Onda B (circle e Primary) e B1 e Onda C e C1, al fine proprio di contemplare le possibili varianti, ma il rialzo 2003-2007 (che poteva protrarsi anche sino al 2008) non fu da me mai definito o etichettato con carattere impulsivo e ancora oggi proseguo in questa tesi, dovessi effettuare una lettura elliottiana pura. Per chi possiede il libro, la versione finale si trova dunque tra la forte premessa di pagina 211/212 e il grafico ancora a pagina 229, frutto della terza e finale reimpaginazione, del “ritardo” unica e imperdonata colpevole. |