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DUE VOLTE NELLA POLVERE…

… Manca l’Altar!… ma

Stavo scrivendo – per il vero, mettendo insieme il puzzle grafico di una settimana che mi ha visto impegnato anche su altri fronti e tirata sino all’ultima battuta in Piazza Affari – altri pezzi, quand’anche a me è cominciata a giungere notizia di ciò che stava avvenendo sull’orizzonte italiano, sul far della sera, quand’anche il clima (quello vero!) sembrava volgere ormai sempre più alla stagione della caduta delle foglie…

Ma al di là dell’orientamento politico di ognuno e il sentimento di queste ore potrà essere d’ira, forse di rabbia vera e, per alcuni, anche – certo – di gioia, non si può pensare che tutto ciò rappresenti una sorpresa, almeno una reale sorpresa.

Che questo Governo fosse già “allettato” in una corsia isolata di uno sperduto ospedale era chiaro – non poteva non esserlo! – a tutti.

Gli applausi dell’aula di Montecitorio e la commozione quasi vera, di quel 23 Aprile, che potevano apparire una liberazione, già subito dopo si sono trasformati in schiaffetti e capricci, sempre più in forma di dispetti e ripicche.
Qualcuno ha cominciato ad arrampicarsi su specchi senz’appigli, qualcuno ha iniziato ad andare pe’ i tetti e or dunque le forze politiche, ignare di sostenere od opporre un Governo (che, di lì a poco, si sarebbe formato), hanno continuato a intraprendere la via della campagna elettorale.

Le manifestazioni di piazza non si sono fermate un attimo, il tuonare dei blog, il tam-tam delle varie aule di Giustizia, le trasmissioni TV, tutto insomma ha ignorato che vi fosse un vero Esecutivo.
In effetti si è sempre pensato a un “dopo”, forse già prima che questo Governo cadente nascesse davvero.

Forse è il momento di pensare che la via di una Terza Repubblica è ormai spalancata davanti a tutti noi, ma questo sarà domani, dopodomani.

Ora, il Paese potrebbe essere tremendamente nella polvere.

C’è già chi specula sulla imminente speculazione sui mercati.
Pura “speculazione” anche questa!

Occorre invece tentare, in circostanze come le attuali, di essere freddi osservatori, “speculatori” nel vero senso letterale del termine, il quale ultimo dunque ne uscirebbe altamente riabilitato.
Pubblicai già oltre un anno fa, alcuni pezzi sul Ragionamento dei Mercati (questo in link fu il primo, poi di due soltanto, in effetti) e sull’atteggiamento nostro da tenere, sul nostro modo di “come dover ragionare”, per poter essere in sintonia con i mercati stessi.

E allora, oggi, la domanda che occorre porsi è di tutt’altra natura, rispetto a quanto, i più, potrebbero essere tesi a pensare.
Non dunque:
«Cosa accadrà domani, all’apertura della Borsa, alle fatidiche ore 9.00 che, per molti, paiono sempre più una “Las cinco de la tarde” (invero, l’ora che avvicina alla chiusura)?».

Bensì:
«Se il nostro indice di Borsa, il “martoriato” FTSE-Mib, era circa a 15.750 punti, proprio in quei giorni dell’Aprile… e se, di fronte a un Governo che non è mai stato un Vero Governo (se non per via auto-referenziale, se non auto-legittimandosi), ha avuto la forza di segnare i massimi dell’anno, proprio alcuni giorni fa (quando tutto era già “caduto prima di cadere”!), avendo la capacità di superare quota 18.000, perché lo ha fatto?».

In effetti – chioso io stesso – da allora, da quel non certo Incantevole Aprile, quasi nulla è cambiato, tranne il non avere (quasi) più IMU, ma per avere più IVA, secondo i crismi dell’implacabile legge del do ut des.
Ma in maniera reale, concreta e tangibile, in questi cinque mesi, non ho veduto veri provvedimenti atti a rimettere in piedi un’economia più che claudicante.
Abbiamo certamente più baci in Parlamento, per la serie “volemose bene”, abbiamo un Barilla che ora sarà costretto a ribattezzare Rosita in Rosito, abbiamo una vaga idea di ius soli, quando è il vero suolo e sottosuolo a mancare (allora a cosa serve lo ius?).

In tutto questo bel teatrino delle marionette, il nostro indice, in circa cinque mesi, è riuscito a ergersi (non certo come il dantesco Farinata che l’era “dritto dalla cintola in su”), tirando fuori la testa dalla melma più oscura, di circa un 14% e quasi tutto questo cammino lo ha percorso da fine Giugno a oggi, poiché dopo il primo champagne la digestione si era già fatta un po’ astiosa e acida, tanto che il 24 Giugno sprofondò per un attimo nella palude dei 14.000 punti, con quell’inquietante minimo a 14.901,46 punti!

Non oso pensare che, in questi ultimi tre mesi, il mercato e i mercati siano stati così ciechi da pensare che il Governo Alfetta avrebbe potuto scollinare scodando e derapando sul colle de La Turbie, la celebre Prova Speciale del Rally di Montecarlo!
Era ovvio che già a Roquebrune (Rocca Bruna sa davvero di massima onomatopea!), il motore avrebbe dato inizio a picchiare in testa, stile Sì, Viaggiare dell’indimenticato Lucio e senza peraltro necessità di quel gran genio di un amico!

E allora, quasi per assurdo, non sarebbe possibile che da domani, il nostro FTSE-Mib e il nostro spread, anziché piangersi addosso, abbiano da rispolverare quello champagne, ormai un po’ dal perduto perlage – certo – di quel 23 Aprile?

In fondo, la campanella dell’ultimo giro era suonata già da un pezzo!
Non ci sarà più da trascinarsi appresso questo carrozzone di girovaghi, questo Carretto di Tespi che ancora una volta poco ha giovato al bene del Paese!

Lo sarà invece suonata davvero – vanificando tutto quanto sopra – qualora già domani fosse perduta (ma in chiusura, alle h. 17.30) l’area topica, già avvicinata con le ultime sedute e ora abbastanza vicina… ma ancora lontana…
Mi stupirebbe un poco; vorrebbe dire che il mercato, in questi tre ultimi mesi, si è comportato “stupidamente”, mentre solitamente è lui, a prendere in giro noi!
Ovvio, senza offesa per alcuno!

Al prossimo delirio!
Valerio

Pavia, 2013, September the 29th

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