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> Leading Articles > 30 Giugno 2013 - Arcigno Macigno

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QUELL’ARCIGNO MACIGNO DELLA CINA?

Nell’era del “Terrore”!

Rispondeva al nome di Maximilien François Marie Isidore.
Veniva da Arras, una cittadina del Nord della Francia, a pochi passi dalla più nota Calais, la quale fronteggia le “bianche scogliere di Dover”.
Il Passo di Calais è a tratti morbido e sinuoso, con lunghe spiagge sabbiose, il paesaggio è meno aspro, senza quella lingua di irte falesie e bianchi macigni che già, appunto da Calais, possono intravvedersi, durante una bella giornata di sole.

Ma, da Arras, proveniva appunto codesto Carneade, qualora ci limitassimo a chiamarlo per il suo lungo nome: Maximilien François Marie Isidore.
Per tutti è però sempre stato il sig. Robespierre!



Ebbene, lo stesso Robespierre che, certo all’epoca, era il re del Terrore, oggi forse farebbe sorridere, di fronte al Terrore Finanziario, espresso con termini quali default, spread e – non poteva certo mancare – bubble.
Tuttavia, di fronte alla bolla, si è reso protagonista di una “conversione manzoniana” persino il sig. Roubini, forse uno degli emblemi massimi, quanto a “seminatore di Terrore”.

Terrore Finanziario palesato a torto o a ragione?



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A guardare indietro, per quanto accaduto negli ultimi sei/quattro anni, ben a torto, se si osservassero soltanto gli andamenti e i cicli di Germania e USA.
Un poco meno, se si estendesse la visuale anche agli altri Paesi Industrializzati, per alcuni dei quali si è creato un forte gap, per colmare il quale occorreranno forse anni, decenni, semmai sarà ristabilito l’equilibrio che aveva preceduto il gap stesso.

Ma lo sguardo dei più ora è rivolto non più alle frastagliate, fredde e ghiacciate rocce della Baia di Hudson e ai Grandi Laghi del Michigan.
È tutto coinvolto verso gli altipiani e le sterminate steppe cinesi, per i timori di default (appunto!) che potrebbero anche coinvolgere presto o tardi il colosso finanziario orientale.
D’altra parte, i cosiddetti prestiti a breve (una qual sorta di crediti sub-prime per le banche, potrebbe anche dirsi), nel corso di un anno erano cresciuti di sette/otto volte tanto, col timore dunque di mettere a serio rischio l’intero impianto creditizio del sistema.

Ovvio – aggiungo qui – che se salta il “breve”, lo stesso breve si trasformerà in “medio” e via dicendo…
and so on avrebbe detto la FED dell’epoca nel 2006!

Il fattore che invero maggiormente mi desta qualche perplessità, in tutto questo, è la stretta creditizia che ha investito il paese della dinastia dei Ming.

Se da una parte, limita lo stesso accesso al credito, con dunque un equo restringimento dei rischi ad esso connesso, dall’altra mette in crisi chi il debito l’ha già contratto, soprattutto quando a tasso variabile.
Ho sempre sostenuto – sbagliando o meno non lo so, ma intanto si è visto far acqua anche alle più “alte teorie economiche” – che la crisi americana del 2007, sia attribuibile in buona parte all’inasprimento dei tassi che Greenspan mise in piedi tra il 2005 e il 2006, dopo una altrettanto insana politica espansiva precedente (dal 2001 al 2004, come mostra ► il grafico qua a fianco).

Non sta poi certo a me – quanto analista tecnico – valutare gli effetti indotti da un reale ed eventuale default cinese, anche perché tutto ciò sarebbe legato a doppia mandata a una profonda crisi USA.

Vi aiuterò con un esempio molto pratico!

Un tòpos, un detto assai comune, insegna, certo un poco anche contro la morale, non certo però contro la natura:
«A pagare e morire c’è sempre tempo!».

Ebbene, di fronte allora a un “avvitamento cinese”, siamo certi che a grattarsi pancia e anche altro non debbano esser proprio gli americani?

I detti proseguono:
«Mors tua, vita mea»…
insomma, non c’è neppure bisogno di tradurre!

E allora, Lor Signori, attenzione al Terrore ovunque; atteniamoci ai grafici che parlano una verità senza parole.

Gli stessi ci dicono che il mercato USA è ancora strapotente, nel suo rally, iniziato dopo la crisi Lehman Brothers.

L’indice S&P500, in settimana, si è riportato addirittura sopra la quota dei 1.600 punti, riuscendo così subito a recuperare quei 1.590,42 punti lasciati due giovedì fa con la lunga candela nera, descritta appunto nel grafico qui in link, dunque neppure tentando il più pericoloso avvicinamento a quota 1.548,00.

E lo stesso indice USA – è bene ricordarlo – proviene dai:
•       1.250 punti circa del Settembre ’08 (epoca appunto del fallimento Lehman)
e addirittura dai:
•       670 punti circa dei minimi assoluti di sei mesi dopo (il Marzo ’09).

In analoghi periodi, l’indice cinese (quello sicuramente più rappresentativo), Shangai Composite Index era situato a:
•       2.080 punti circa, nel Settembre ’08 sul Lehman crash,
ma, da lì, a poco, segnò i suoi minimi (anticipando la ripresa), in chiusura, a quota:
•       1.706 punti circa, soltanto un mese e mezzo dopo, il 4 Novembre dello stesso 2008.

Or dunque, questo stesso indice, nella settimana appena conclusa ha toccato un minimo a quota 1.850 circa, rimanendo dunque “inforchettato” tra i due valori di cui sopra (del 2008), riuscendo poi a terminare le sue contrattazioni a 1.979,21, “inforchettato” sempre e comunque.

Pertanto, così vicino a quei valori del lontano (per gli USA) 2008 non era mai tornato.
Tra l’altro l’indice cinese, pur avendo (all’inizio) anticipato i tempi del rimbalzo, per dinamiche reattive (tuttavia scarse) e per “processo involutivo”, ravvisa alquanto da vicino l’indice italiano FTSE-Mib, il quale, al momento, è ancora abbastanza lontano dai suoi minimi del 2009, ribaditi e ritoccati però nel corso del 2012, con quell’escursione di quasi un anno fa, sino alla bocca degli inferi dei 12.300 punti.

Dunque, può certo dirsi che, quanto a situazione grafica, il nostro indice sia addirittura in una posizione migliore di quello di Shangai.






Certo e dunque, tutto questo vuol dire che “C’è del marcio in Cina”, ma prima che esca fuori potrebbe passare ancora tanto tempo (per fine 2014?).
Se tuttavia prima di tale data, questo stesso indice dovesse riportarsi, per poi perderli, verso i 1.700 punti, l’allarme salirebbe… ma ciò non vorrebbe ancora dire che tutto il mondo ne soffrirebbe… anzi!

Traete voi le giuste conclusioni, con la consapevolezza di vedere Terrore, laddove davvero c’è!… con tutto il rispetto o il disdoro verso Monsieur Maximilien de Robespierre!







Questa e altre più approfondite analisi saranno fornite a interno sito nelle varie sezioni dell’Area Riservata dedicata agli:

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Pavia, 2013, June the 30th





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