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> Leading Articles > 21 Aprile 2013 – Il Nuovo Contratto Sociale?

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IL NUOVO CONTRATTO SOCIALE

Da Elevare?

”Inciucio”, “divisivo”, “chiama” (l’Italia chiamava, ma soltanto una volta?), “garante”.
Sono queste, oggi, le parole più cercate sul web.
Non più “spread”!
Non più spread, come ai tempi della salita di Mario Monti a Palazzo Chigi.
Ma ora palazzo Chigi appare un lieve miraggio, se non passando per un Colle che sembra sempre più aspro ed ermo (alla Leopardi), davvero ermo e irraggiungibile, arido più che mai.

Ma, in ogni caso, pochi, in questo periodo, avrebbero scommesso un € bucato sulla discesa dello spread!



Neppure da queste parti, così tanto ripida e non per demeriti altrui, ma per “meriti puramente interni” (non so quali, non voglio saperlo, ma tant’è!).

Tuttavia, si era percepito in pieno il cambiamento di mood che stava investendo i mercati azionari: il viaggiare in corsia di sorpasso dell’Italia, rispetto alla Germania.
E anche questo è fatto specioso, se inquadrato, se calato nel momento storico attuale e più stringente, direi quasi “CONTINGENTE”, termine che, nella logica aristotelica, starebbe per l’opposto al “NECESSARIO” e allora anche la logica di Aristotele va a farsi benedire, in questa “stato di necessità”.

Ma – si sa – i mercati guardano avanti, presentono, pregustano…
Aveva forse presentito lo stesso Napolitano nel giorno di Pasqua, quando aveva scelto di non dimettersi e, dunque, in effetti, dichiarando (tacitamente, ovvio) di essere papabile per una nuova candidatura, al di là di tutte le dichiarazioni di facciata e che ora fanno gridare allo scandalo.
Ovvio che il popolo debba avere un elemento nel quale trovarsi e uno col quale scontrarsi!

Ed è per questo allora che coltivo ancora l’idea, ipotesi per ora, che questo Pasticciaccio brutto de’ #Quirinarie vada (o andrà) a risolversi.
Il commissario-capo gaddiano che guidò l’Ingravallo allo scioglimento dello “gnommero” aveva in effetti un nome che era un tutto dire: Fumi.

E dice più di mille parole…
… Soprattutto in tempi di “fumate” dei più varî colori!
Ma quali segnali di fumo ci sta inviando il mercato in questi giorni?
Dal 4 di Aprile (sì, soltanto quindici giorni fa e di calendario!), mentre la corazzata tedesca DAX affondava di un -4,57%, il nostro FTSE-Mib risorgeva (certo, in massimo e quasi vigliacco utilizzo d’iperbole!) di un +4% tondo, tondo, dunque quasi un 9% di differenza.

Ma oggi volevo insistere su questo (davvero?) “stra-malefico spread”.

E cosa ci dice oggi la visione del grafico dello stesso?
Forse, per dire, ci dice poco; sono maggiori i quesiti che solleva.

Il primo:
«Perché in questo momento drammatico per il nostro Paese, il fantomatico spread si sospinge persino sotto i 300 punti base, anziché avviarsi verso e sopra i 500bps, come accaduto già a Novembre 2012 e a Luglio 2012?» (ellissi in alto).

Il secondo, ma ancora più tangibile:
«Perché in queste giornate, esprimenti sempre più incertezza e conflitto sociale latente, lo stesso spread ha perso più di 50bps?» (ellisse).






Mentre iniziavo a scrivere questo pezzo – ed è evidente – era sabato mattina (ho lasciato il testo inalterato); non era ancora assolutamente ufficializzata la ricandidatura di Giorgio Napolitano a Presidente della nostra Repubblica.

Il mercato – vuoi dire? – aveva percepito e subodorato questa soluzione che, di fatto, fa contenta l’Europa?
Ma non credo neppure tutta, tutta.

Per giorni, mesi, ero andato avanti ripetendo che una vera risoluzione della crisi (ma, a questo punto, non più #eurocrisis, quanto piuttosto e meramente nostra) sarebbe dovuta (e dovrebbe) passare per una decisa underperformance dell’indice tedesco.

Tradotto in povere parole, volevo significare che – sempre nel principio dei vasi comunicanti, seppur non certo perfettamente – il mondo tedesco avrebbe dovuto cominciare a “restituire” (almeno in parte) quanto sottratto ai Paesi più deboli della UE e questo tipo di re-trasferimento doveva (dovrà?) avvenire in un regime di redistribuzione della ricchezza.

Allora, questo processo è già cominciato due settimane fa o è stata soltanto un’illusione temporanea, anzi per (in modo del tutto effimero e ingannatore) spronare e sostenere l’Italia a ricacciarsi in pieno e ancor più nella tana del lupo?

Il nuovo Presidente dovrà comprendere in primis tutto questo e comunicarlo (dovrà essere un vero e proprio Comunicatore) in modo decisivo a tutte le compagini politiche, nessuna esclusa, magari anche nelle forme del primiero Contratto Sociale del vecchio, ma non tramontato, Rousseau.
La tematica principale di Jean Jacques Rousseau era ispirata ancora a un certo giusnaturalismo, nel quale tuttavia avevo sempre riscontrato in nuce la nascita del pensiero positivistico e l’elemento di “svolta” può ravvisarsi in questa frase dello stesso Rousseau:

«L'uomo è nato libero e ovunque si trova in catene».

Il passaggio successivo allora sarebbe stato:

«Trovare una forma di associazione che difenda e protegga, mediante tutta la forza comune, la persona e i beni di ciascun associato e per mezzo della quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a sé stesso e rimanga libero come prima».

Un principio certo forte, ma l’embrione del concetto di “democrazia”.
Ebbene, Napolitano ora dovrà divenire il vero Garante di questo Stato, poiché la forma “primitiva” di Contratto Sociale, pensata in origine per i semplici soggetti costituenti lo Stato, ora, deve essere obbligatoriamente estesa ai “soggetti principi”, ovvero gli Stati che, unendosi, si frappongono allo stesso tempo a/con i diritti dei cittadini.

Il problema vero della UE – la crisi stessa – credo sia riassumibile in queste poche parole.

E dunque vedremo già sin da domani se questo è vero o almeno in parte.
Questo stra-maledetto spread non dovrebbe più riportarsi sopra i 306bps e viaggiare alla volta dei 250bps che si potrebbe ritenere oggi come un “livello semi-equo”.

Ma intanto i semi-proclami per un ribasso generalizzato dei mercati (anche possibile, ma non ancora dichiarato) non dovranno ingannare gli investitori più influenzabili psicologicamente.

La paura per il Rischio Italia ha fatto già perdere loro la grande occasione di partecipare alla festa di Wall Street, mercati che – sottolineo il fatto con forza – hanno fatto in quattro anni (tra S&P500 e Nasdaq100) performance nell’ordine del 135/165% (mentre il FTSE-Mib vivacchiava all’ombra di vecchi e più nuovi scricchiolii).

Ora, per paura che queste performance si riducano un poco (e sarebbe più che fisiologico!), occorrerà che passi sotto i loro occhi che è il momento in cui forse l’Italia vada a riprendersi almeno un qualcosa di quel che in questi anni è stato a Lei sottratto e lo dico scevro da convincimenti patriottici o ancor peggio politici.

Me lo suggeriscono soltanto i grafici, come mi suggeriscono uno spread invero verso la strada per i 180bps e allora la mia tesi d’inizio anno per un FTSE-Mib a quota 24.000 (mentre il resto del mondo potrà andare dove vuole con sua buona pace, senza montagne che partoriscano topolini o mostri!) potrebbe essere nuovamente d’attualità…








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Pavia, 2013, April the 21st



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