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> Leading Articles > 23 Settembre 2012 – da “Quelle Trine Morbide”…

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DA “QUELLE TRINE MORBIDE”…

e Canapè, Baldacchini e Sete Indiane… al Materasso?



La dissoluta e bellissima Manon Lescaut, nell’alcova dorata ove aveva trovato – certo, agile – ricetto e agio, cominciava a rimpiangere la sua dimora umile e fors’anche il suo perduto bene, l’amato Des Grieux, pazzo d’amore per lei!
Nella Manon puccininiana, v’è infine quella struggente aria conclusiva, la quale risulterà forse la più verdiana (sanguigna) romanza dello stesso Puccini: il celeberrimo “No! Pazzo son!”, cantato prima della fatal partenza, dallo stesso Des Grieux, il quale accetta di seguire la sorte dell’amata, a bordo di un veliero alla volta di un esilio nelle terre d’America.




Dunque non tutte le alcove dorate possono essere foriere di garantita felicità, ma quand’è il denaro a imperarvi ogni cosa può apparire più semplice e gioconda.

E ora, sui mercati, c’è una mole enorme di liquidità, ma non sempre visibile, né tantomeno palpabile e neppure fonte di sicura felicità.

Anzi… Notizia!
Non certo dell’ultima ora, ma pur sempre notabile.

Da tempo, il “denaro” è tornato a circolare e fluire in casa!
Nostre alcove o nostre più umili tane… qui sta a Voi il dirlo!

Tuttavia, niente più code agli sportelli bancari – stile anni Sessanta-Novanta – ormai retaggio d’una cultura finanziaria superata, desueta e morta!
Tutto corre e scorre su un cavo Ethernet o ancor meglio proprio sull’invisibile filo della fibra ottica e chissà l’amore di Des Grieux e Manon quali inghippi o risoluzioni avrebbe trovato: Des Grieux stesso, certo, non avrebbe magari dovuto imbarcarsi qual mozzo o a più vile mestiere per seguire quell’amore (in una delle prime opere itineranti) dalla terra di Francia e sino alle Americhe.
Tutto wireless.
E magari un semplice tweet avrebbe risolto tutto, ma ovviamente mutato per sempre lo struggente finale.
Tutto wireless!

E pertanto anche i nostri danari sono ormai “senza fili”, quasi come burattini (forse, talmente valgono poco?) e corrono per casa, sui tasti di una banale qwerty e sotto l’imperante comando di un volgare mouse, il quale diviene intelligentissimo, se gli schiacciamo un orecchio, soprattutto il sinistro.

Chissà quale inorridire per i nostri nonni, i quali, dai topi (oltre tarme e tarli), dovevano guardarsi, forse nemici invincibili – e prima ancora dell’inflazione, per buona pace di Warren Buffet – di quelle grandi e poche banconote avvolte, appallottolate e finite con inesauribile cura sotto la coltre dell’intrigante baldacchino rococò!
E si pensi dunque all’importanza di una vile masserizia, proprio quale il “comun mortale” materasso.
Ma ci “prendiamo” la luce – là, su quel materasso – ci dormiamo sopra e sogniamo di fare l’amore con Angelina Jolie (o Brad Pitt e, più par di così, la condicio non può essere!), tra sete e organze tül, e poi lo facciamo con nostra moglie (marito) finché non giunge il giorno in cui serriamo definitivamente gli occhi, distesi sempre sopra quel vile materasso, dorato però all’interno.

E allora, dopo quell’ultimo transito sull’ormai epico materasso, giù tutto in cantina… preludio al passare a miglior vita, anche per lui.
E chissà quanti materassi lo han fatto con il loro tesoretto in pancia!

Eppure sino a pochissimi mesi fa, si era ritornati a pensarli, quei materassi e guanciali dorati, quei canapè Napoleone dimenticati, lì bell’e pronti per essere imbottiti con milioni di €.
Dunque, le cassette di sicurezza avrebbero finito per riempirsi di guanciali per il sonno, per dormire proprio sonni più tranquilli… o quasi!

Poi in un sol colpo, i “materassi” sembravano dimenticati, obliati in qualche sonno o sogno di una calda mezz’estate, ma invece in questa settimana, siamo tornati a sentire la parola risuonare, con fare stridente e allarmante.
E il FTSE-Mib ha pur terminato la settimana con un -3,81%, negativa performance sì, ma performance che in altri recenti tempi forse bastava una sola seduta a “riempire”.
Certo vedere il DAX archiviare l’ottava con l’ennesimo segno più davanti (+0,53%) – e così per il Nasdaq100 (+0,22%) – lascia riemergere vecchi interrogativi.

Il top realizzato dal nostro indice, la settimana scorsa, era di quelli che sicuramente non promettevano nulla di buono, almeno per l’immediato, con quello island gap in cima, tirato davvero per i capelli.



Ma già segnali di esaurimento (di breve) provenivano dall’esame comparato con lo stesso DAX.

Non a caso il long white body di “entrata” (ellissi piccole e più in basso) nel territorio ricoperto dall’ellisse grande, per l’indice tedesco, cominciava da più in basso ma risultava più esteso e ampio di quello realizzato dal mercato italiano, il quale iniziava evidentemente a sentire il “fiato corto”, mentre il DAX ricominciava a far meglio del nostro listino.
Lo si nota proprio dai seguenti “strappi” (con parecchi segnali d’inversione frammisti, ma sempre negati nell’ubriacatura delle settimane passate), mentre lo stesso DAX mostrava un andamento molto più regolare, meno sincopato, sebbene anch’esso con qualche gap, ma il top era molto meno allarmante e gli esiti si sono dunque prodotti in quest’ottava che ha visto addirittura l’indice tedesco finire su nuovi massimi e dunque “fuoriuscire” dalla parte alta dell’ellisse, mentre il FTSE-Mib è mestamente ritornato in area 15.800, dove aveva lasciato aperto il più grande up-gap, al limitare proprio della parte inferiore dell’ellisse.
Altamente speciosa è anche la penultima candela: bianca e ampia per la Germania; nera e “adombrata” la nostra.
Questa dicotomia (rinnovata) di comportamenti non può, ora, non far riflettere.

Tuttavia è allora anche evidente che le paure e le angosce, ereditate in questi cinque anni d’impietoso ribasso per il mercato domestico, sono cicatrici della mente, quasi impossibili da cancellare, ma al tempo stesso occorre agire, non perdere l’autocontrollo e, soprattutto, l’autostima.
Occorrerà in primis evitare di sentirsi inermi!
Si era anche scritto, tempo addietro, che poteva essere un “momento storico”:

Chi terrà Unicredit, Mediobanca e Mediaset (per fare qualche nome) con solito intento:
«Sono un cassettista (forzato, n.d.a.) e col tempo ritorneranno sui vecchi prezzi!»,
compirà un enorme errore di storia.
Pensando che le cose vadano sempre e più o meno allo stesso modo.
Per rivedere i prezzi del 2007 occorreranno almeno, ancora e forse, quindici anni, ammesso e non concesso che quei titoli residueranno con quel nome (OPA estere, ma più avanti?).
Dunque l’inevitabile liquidazione di questo “giardinetto”, una volta “eredità per i nipoti”.
Non totale.
Soltanto parziale.
La metà andrebbe già benissimo.


E questa era un’azione da mettere in atto dunque “a rate”, sui rimbalzi forti del nostro listino, quale era stato da metà Luglio e sino a una settimana fa e, proprio come Des Grieux, decidere di imbarcarsi per terre sconosciute, ma per morire insieme al suo bene.

Calma però: sull’indice FTSE-Mib, non siamo ancora all’irreversibile.
Il 15.815, primissimo supporto (di una abbastanza lunga serie) ha tenuto discretamente bene.
Semmai è stata la reazione seguente (quella di venerdì) a destare più d’una perplessità, non riuscendo neppure a condurre neppure sopra il primo livello di certa consistenza, ossia i 15.920 punti, e dunque ci si tenga pronti.

Se il denaro “corre in casa”, lo stesso può correre da un capo all’altro del mondo.
Può emigrare e tornare nel tempo di un clic del vostro topo!
E allora, la politica dei prossimi mesi dovrà essere quella degli “emigranti a tempo” e non dei “materassai”.

Ma per dove?

A Voi qui la scelta della corsa!

Non scordiamo che delle 22 borse qui analizzate (e in sintesi, nel grafico sottoriprodotto, aggiornato alle chiusure di giovedì 20 Settembre) ben 6 sono già sopra i massimi del 2007 (Indonesia in testa, con un +49% e non diciate ora che non vi era stato detto (ultima domanda intervista per Trend-online) allora, a metà marzo del 2011! :-), 4 ne sono distanti meno di un 10% e di queste fanno parte le borse forse più importanti al mondo, quanto almeno a distribuzione geografica:

•       proprio il già menzionato DAX30;
•       il “famigerato” S&P500 USA (neppure a dirlo);
•       col suo “cuginastro” DowJones;
•       infine il coreano Kospi, patria del “rivale” Samsung!



Seguono più distanti le altre, con le due ultime posizioni occupate tristemente da Italia (qui evidenziata in rosso col suo -61,50%) e Cina, ma con qualcuna di quelle in mezzo che sta fornendo segni di inversione, anche abbastanza importanti.
Insomma:
Les jeux ne sont pas faits de tous et rien ne vas à mourir!,
e soprattutto… l’Italia non è ancora morta!
L’€ ce lo sta dicendo!
Certo, soltanto sopra a 17.250 di FTSE-Mib potremmo dormire più beati su un guanciale colmo semplicemente di piume d’oca e col mouse a riposare con noi!


Pavia, 2012, September the 23th



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