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Nautilus
15 Marzo 2011 - Peracchi vs Peracchi: Lo Tsunami Colpirà anche I Mercati Finanziari?


Ancora una volta tantissime cose che mi aveva riferito nella nostra ultima chiacchierata, di quasi due mesi fa, si sono mirabilmente avverate.
Ora abbiamo davanti questo scenario che potrebbe anche apparire apocalittico e che potrebbe cambiare e sconvolgere non poche carte in tavola…


Certamente la situazione non è delle più rosee, ma “quanto grave” lo sapremo presto, sebbene occorrerà applicare alcuni distinguo, soprattutto in merito alle borse e in questo momento la nostra Italia non è messa così male – tutt’altro! – come invece sta accadendo all’indice tedesco DAX, la locomotiva che nel 2010 era corsa in salvataggio dell’Europa intera, o ancor peggio allo EuroStoxx50 che proprio in queste ore sta lasciando la fondamentale fascia tra i 2.840 e i 2.790 punti.


«Il DAX ha un’importantissima scadenza ciclica per fine febbraio.
Se per quella data non si trovasse oltre certi livelli potrebbe cominciare a soffrire un poco.
»…
Questo mi disse a metà gennaio, quando praticamente i mercati partirono per l’ultima corsa… E ora cosa può dirmi?


La scadenza ciclica era posta esattamente al 28 di febbraio e determinata con il meccanismo delle mie Fibonacci Waves che un carissimo amico, ovviamente analista tecnico, ha ribattezzato Fibonacci Boxes, lasciandomi dunque indeciso sul nome di questa nuova teoria!
A quella data avrebbe dovuto approcciare almeno gli 8.000 punti e al contrario su quota 7.500 ha iniziato a declinare e già ben prima delle vicende giapponesi.
Teoricamente fino a 5.950 punti la struttura rialzista di lungo non sarebbe in pericolo, ma già a 6.450 (ndr ora a 6.550 circa) potremmo avere importanti risposte.
E la partita allora si giocherà tutta in quella fascia lì, tra 6.450/400 e 5.950 punti e, se per la settimana tra il 18 e il 22 di aprile, saprà mantenersi al di sopra dei 5.950 punti potrà ancora ripartire al rialzo.
Contrariamente no!
Allora a quel punto si aprirà la strada per una fase correttiva nuovamente più intricata e complessa e che potrebbe ricondurre verso una fascia di sommaria “centralità”, situata tra 5.350 e 5.250 punti.


Allora come si colloca il nostro FTSE-Mib in tutto questo, dato che a gennaio mi disse che avrebbe performato meglio del DAX e di molti altri indici europei?

E potrebbe proprio continuare a farlo!
Il nostro indice è – quasi per assurdo – in una posizione di vantaggio rispetto ad altri mercati.
Non è mai salito oltre i massimi dell’ottobre del 2009 (esaurimento della prima forte reazione ai minimi 2009), a quota 24.500, e dunque è ora composto da titoli in fase di grande recupero che dovrebbero tenere maggiormente anche in una fase discendente, come comportarsi sensibilmente meglio in una fase ascendente.
Anche qui comunque la risposta non tarderà a venire: se saremo in grado di reggere l’urto ribassista in area 20.800/650, si potrà guardare verso l’alto con sufficiente serenità (passata la buriana), altrimenti anche pensare che il nostro indice possa scendere meno di altri avrà poco senso.
Tanto varrà andare short o almeno proteggere interamente il portafoglio con ETF short che replicano inversamente la perfomance del FTSE-Mib.


Una rapida carrellata sui titoli riusciamo a compierla?

Sarò franco!
Mi ha colto in un momento in cui non ho studiato così a fondo e uno per uno i titoli italiani, impegnato come sono nella stesura finale della nuova teoria e dei successivi back-test.
E per dirle cose delle quali non ho massima convinzione, preferisco tacerne.
Le dirò tuttavia certamente che Luxottica, STM e FIAT, tra i titoli più importanti del nostro listino sono tra quelli destinati a far meglio, mentre Intesa-SanPaolo e Unicredit sono sospesi tra il bene e il male, proprio in questo preciso momento.
Tra i più difensivi, mi piace Snam Rete-Gas.
Tra gli aggressivi ancora Saipem, ma con un occhio di riguardo per come andrà a finire l’impianto correttivo ultimo che potrebbe anche preludere a un lungo periodo di pausa in lateral-correttivo.
Per converso continuo a vedere molto ben impostati due titoli del risparmio gestito e che forse avevo già sottoposto all’attenzione: Azimut che ha un obiettivo intorno ai 9,50€ e Banca Generali avviata ormai verso i 12€ e probabilmente anche più su.


E non siamo ancora arrivati agli USA…

L’America e in particolare l’indice S&P500 ha per la prima settimana di luglio (come già ebbi occasione di segnalare) la scadenza ciclica che sul DAX era per fine febbraio ed è attualmente in una struttura molto più compatta, sebbene il rialzo seguito alla violazione dei 1.295 punti (il mio trigger “segreto”) non abbia subito cambi di inclinazione e dunque si sia arrestato al primo semaforo giallo: quello dei 1.340 punti.
Non un bellissimo segnale, nel senso di forza, ma c’è ancora tempo e i problemi sorgerebbero qualora dovessimo assistere alla violazione di area 1.225/1.215.
Una correzione verso quel livello sarebbe invero soltanto salutare, permetterebbe agli oscillatori di scaricare gli eccessi derivanti da quasi sei mesi di ininterrotto trend ascendente, se si eccettua la piccolissima fermata dello scorso novembre che ha separato i due principali movimenti ascendenti.
In effetti da più parti leggo – tra gli esperti di Teoria di Elliott – che quest’ultimo rialzo appare ora completo delle classiche tre onde, ma in realtà sono soltanto due, essendo inquadrabile come A-B base il movimento luglio/agosto 2010.
Tuttavia, “Elliott puro” ormai lo pratico pochissimo, dunque potrebbero anche essere meglio informati di me…
Tornando all’indice, ciò vuol dire in parole povere che la struttura rialzista non sembra ancora completa e se, esattamente per fine marzo, l’indice S&P500 saprà mantenere quell’area importantissima tra i 1.225 e i 1.215 punti, la strada e le porte verso 1.440 circa, come prossimo obiettivo, resterebbero ancora ampiamente aperte e spianate…
E ora da quanto dettole, so che certamente nascerà il titolo di questa intervista, io che mi ero sbilanciato apertamente verso i nuovi massimi dello S&P500 e che ancora assolutamente non escludo.
Ma la battaglia ora è soltanto contro di me, per capire se qualcosa potrà incrinarsi nello scenario di lungo periodo, descritto a suo tempo.


Molto onesto!… E so che il tempo, a proposito dello stesso, è sempre poco o sempre meno di quello che necessiterebbe, ma sento molte persone che hanno investito parecchio sui Paesi emergenti e già Lei li allertò a metà gennaio, uscendo particolarmente negativo su Turchia e Malaysia.
Come vede la situazione attuale?


Non è cambiata di una virgola e questi paesi proseguono a soffrire soprattutto dell’€ forte, troppo forte per ora.
Lo ETF sulla Malaysia ha perso circa il 15% dai suoi massimi di inizio gennaio (ma metà lo si deve alla valuta) e stessa sorte è toccata a quello brasiliano; quello turco oltre il 25% (e qui oltre il 15% va attribuito alla divisa), però i massimi li segnò in precedenza, a inizio novembre e quello indiano infine tra il 15 e il 20%.
Vagamente migliore appare la situazione del globale BRIC che però sta beneficiando della performance della sola Russia, adesso assai “tirata”.
L’Indonesia è per converso uno dei rari Emerging Markets rimasti, a mio sindacabilissimo giudizio, davvero appetibili seppure l’indice di Jakarta sembri appeso là in cima, oltre quei 3.500 punti, ma l’obiettivo è a 3.950 circa e con una Rupia indonesiana che pare destinata a soffrire meno di altre valute.
Molto simile al nostro indice è invece e in questo contesto l’indice cinese, lo Shangai Composite che però potrebbe soffrire per un dollaro debole, se quest’ultimo non sarà in grado di recuperare lo 1,3450 prima e lo 1,2700 poi, livelli entrambi che appaiono molto probanti e con nel mirino lo 1,4500 circa.
Tra le valute che nei prossimi mesi potrebbero soffrire maggiormente, al momento colloco la Lira turca (ma attenzione ai fallaci e veloci rimbalzi), la Rupia indiana e il Won coreano.
Meglio piazzato sembrerebbe il Real brasiliano, ma queste sono situazioni che vanno monitorate molto scrupolosamente, forse ancor più della situazione delle relative piazze azionarie, la cui tendenza muta meno celermente.
Per concludere il discorso, le dirò che tra gli indici più “gettonati” dei Paesi emergenti, alcuni debbono recuperare (o mantenere) livelli abbastanza vitali.
Le farò tre esempi: il Sensex indiano, dagli attuali 18.150 circa, dovrà ripassare quota 18.800 con estrema decisone; il Bovespa carioca sarebbe a un passo dal recuperare la fascia 67.500/69.500, dagli attuali 65.500 circa e infine il turco ISE100 dovrà a tutti i costi mantenere la soglia appena riconquistata (con il rimbalzo delle ultimissime sedute) dei 61.000/62.000 punti.
Insomma, una situazione per il momento lievemente a rischio e che consiglierebbe una riduzione dell’esposizione su questi paesi, ma non una situazione da strapparsi i capelli.
Anzi, Le dirò che quasi tutti questi mercati hanno reagito meglio dell’Europa alla tragedia giapponese, ma sottostanno ovvie ragioni a questo fattore che potrebbero tuttavia velocemente mutare al mutare della situazione nipponica.


Possiamo concludere questa chiacchierata con una view flash su materie prime e Bund?
Sull’indice delle commodities era bullish, ma ora che è giunto quasi a 370 (il suo obiettivo) cosa pensa?
E il Bund come potrà reagire a questa fuga apparente dal “rischio”?


Il CRB è stato anche trainato dal petrolio, ora in fase riflessiva, ma sempre pronto a scattare oltre i 100$ a barile (esiste un mio obiettivo a 118$).
Oro e argento hanno proprio recentemente segnato i massimi, ma da inizio anno il Gold è praticamente invariato, mentre il Silver ha realizzato oltre un 10% e probabilmente il divario sarà destinato ad allargare, nonostante la caduta odierna.
Per converso altre commodities hanno ceduto e mi riferisco in particolare al grano, al quale credevo e che avevo segnalato, entrato per converso in una fase correttiva che credo possa trovare esaurimento intorno ai 660$, dagli attuali 695 circa.
Tuttavia il CRB nel suo complesso pare destinato a far vedere ancora altri e nuovi massimi, non ovviamente assoluti, ma l’eventuale superamento di quota 370 punti potrebbe avvicinare quella quota di 470, dove fu il top del 2008.
Per quanto riguarda il Bund, mi sembra sia soltanto in una fase di rimbalzo che potrà portare tra 125 e 125,50, ma poi dovrebbe riprendere la sua azione discendente, a meno di un superamento deciso dei 126 che però al momento vedo francamente come fattore difficile a realizzarsi.

Buon trading dunque a tutti i suoi lettori…


and… never forget!…
Take it easy!