A VIRTUAL ELLIS ISLAND?

In Fuga verso Le Americhe?

Forse dovremmo riconsiderare molte e molte cose…

Filosoficamente troppe!
Sicuramente troppe – tuttavia i tempi sono cambiati, nonostante i tempi non cambieranno mai. E non è un luogo comune, ma la sacrosanta verità, cambiati almeno più celermente!

E se allora, un tempo, ormai quasi un secolo fa, qualcuno si armava di valigia e partiva per l’America, ci pensate quanto buffa e goffa sembrerebbe oggi una tal avventura?

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Oggi quel qualcuno, sulle allora Colonne d’Ercole (ora Stretto di Gibilterra), segnalerebbe già a tutto il mondo (o quasi), "twittando", l’arrivo di una pur timida onda più grande.
Poi, sulle Canarie, posterebbe una foto stile Caricamenti dal Cellulare – L’oasi nell’Oceano e la Quiete e infine all’arrivo l’immancabile post "Ora mi trovo qui – Tra Ellis Island e Liberty State Park".

Ma siamo poi così sicuri che sia davvero "libertà" e non "schiavitù"?!?!?!

Forse allora si scappava anche, cercando di "nascondersi, riparare e rinascere" in America e, quando si voleva, ci si metteva con carta e penna a scrivere sul come si stava, magari barando anche un poco, intanto nessuno avrebbe saputo reale stato, condizione o qualsivoglia malattia.
Oggi, un infittirsi di miliardi di e-mail, ci renderebbe persino edotti o vittime di spia di eventuali operazioni "cornificatrici".

A questo punto, è ovvio: Ellis Island non esiste più e non esisterà mai più!
Già nel 2009, scrissi un pezzo L’Oasi e il Deserto, a proposito di una Nuova Ellis Island (L'Italia, per gli immigrati africani), ma ora mi chiedo io stesso:
«Ma è davvero vero?»

E se la fuga vi fosse, ma soltanto virtuale?
Cosa tiene su il mercato americano, in uno scenario di dollaro forte, su così che non lo si era quasi mai veduto, con un dollaro così?

Continuerà qui

Pavia, 2012, Jan. the 8th