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> Markets > State of The FW del 31 Dicembre 2011 (Preview) - 2012: Nuovo Cinema Paradiso?

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NUOVO CINEMA PARADISO?

"L'Attesa"!



E siamo davvero giunti all’ultimo State dell’anno!… o meglio, all’ultimo che chioserà episodi pertinenti a questo 2011, che non per tutti però è stato così famigerato…

Il Nuovo Cinema Paradiso, invece e quanto metafora di quello che verrà a sostituire è solamente pretestuosa opera di circumnavigazione.
È il girare intorno a un qualcosa, per non andare subito diretti al cuore.
È un "tempo sospeso", come lo stesso cui la metafora va a rappresentare!
Invero metafora e pretesto si conducono spesso a spasso in compagnia, forse sfalsati di mezzo passo.



E allora quest’immensa opera cinematografica – che commosse persino Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo (e mi rendo conto quanto sia irriverente il persino!), siciliani a Milano, in una prima a loro riservata, nel lontano 1989 – ci parla anche della fine di un anno e del suo inizio, del quale resta forse soltanto traccia – oltre che nella memoria – su nella cabina di proiezione del Cinema Paradiso, per un calendario sgualcito che dopo tanti anni porta ancora marchiato il 1954.

E allora questo non può non essere un Capodanno riflessivo e malinconico, giacché – e tanto – tutto, nella "fabbrica dei sogni", transita veloce in pochi fotogrammi – soprattutto la gloria – e la commozione con il dolore, restano appigliati agli stessi fotogrammi, finché essi non stingeranno in semplice ricordo.
Ma spesso la triste e "lenta agonizzante attesa" (soprattutto quella per l’amore), la delusione, trasfigurano nella più grande gioia – accecante, fulminante e di un attimo – al punto che a distanza di anni…
… ricorderemo già più l’attesa che la gioia stessa
.

Perché allora vi scrivo questo?
Carissimi Amici, vi scrivo tutto ciò, in primis, perché condividiate insieme a me questo nuovo balzo nel buio, che è poi solo fittizio – tra una normale notte e un’altra – ma anche per farvi comprendere il "senso dell’attesa" e occorrerà appunto saper attendere, in quest’anno, attendere con tenacia, devozione e forza, ma soprattutto fede e amore, giacché noi amiamo il gioco che ogni giorno va ad aprirsi sebbene "in testa potranno cacarci i piccioni!" (mentre attendiamo!), proprio come diceva l’Alfredo (il compianto Philippe Noiret) di Nuovo Cinema Paradiso.

E allora per augurarci un buon Capodanno, non restava davvero che pensarne uno triste, apparentemente malinconico e languido, ma non perché si voglia già etichettare questo in partenza, che invero dovrà essere frivolo e leggero, come libellula che transita nella cupa notte.

Un anno che finisce, quasi con sollievo, ma non pensiamo che, svoltato l’angolo della prima alba, i buoni propositi di una notte possano poi tramutarsi in realtà per il 2012.

Proprio per questo ho voluto raccontare questo "passaggio" a mo’ di metafora con l’usuale richiamo alla "fabbrica dei sogni", partendo da un cult-movie che amo e in cui, all’interno – quasi a mo’ di ponte – è rappresentato proprio un Capodanno, quello del lontano 1954 e che conduceva nel 1955… quando c’era la lira, la DC, la Prima Repubblica, il Giornale-radio, La Domenica del Corriere e Topolino, con la "Topolino" e che presto sarebbe stata sostituita dalla FIAT600, per aprire così le porte ai cento e cento Vitelloni degli anni a venire.

E oggi invece cosa abbiamo?

Un Euro malfermo e macilento, pronto al macello, nessuna forza politica capace di rappresentare all’esterno il nostro popolo (attendendo l’Addio a Monti?), una (probabile) Terza Repubblica – se sopravvivremo, ma non si sa neppure a chi! –, Internet e Sex&The City con gli spot e le escort, per aprire… e non aggiungo altro!

Eppure all’Unieuro (sarà davvero casuale il nome?) dicono che:
«L’ottimismo è il profumo della vita!…»
e hanno davvero ragione!

Se si vive senza questo, è come essere quasi morti.
E l’ottimismo si tradurrà nel saper cogliere le opportunità che offrirà questa nuova annata, rialziste o ribassiste che siano, sapendo che dopo ogni ribasso è sinora sempre seguita un altrettanto violenta risalita.

È dunque il momento di tornare alle nostre vicende, più terrene e meno metafisiche e riprender il discorso avviato la scorsa settimana a proposito dell’indice statunitense, S&P500 di cui già nello scorso Chart of The Week.

Sarà interessante ora e invece analizzare similitudini e differenze col momento attuale.

E ora abbiamo ricavato un "ponte di passaggio" (quasi a mo' di un Capodanno!) tra i due anni critici, il 2008 e il 2011, come fosse un tronco, sospeso sul vuoto che lo S&P500 dovrà valicare, "passandoci sopra", proprio sull’area contrassegnata The Bridge!…

The bridge, between the two waterfalls!




… mentre intanto ha chiuso il suo anno, a 1.257,60, con una perdita – ebbene sì! – di 0,04 punti rispetto a dove aveva chiuso il 2010 (1.257,64)!

E la negazione del fall dovrà necessariamente passare per il Ponte!






Continuerà qui

Pavia, 2012, Jan. the 1st









Continua...