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> Markets > State of The FW del 27 Novembre 2011 (Preview) - The Wall
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Esiste Ancora? Lo sbarco sulla Luna forse non è mai avvenuto, sebbene sappiate quanto io stesso sia legato a questo mito… L’11 settembre sarebbe stato tutt’una messinscena americana (un "inside job" da fonte e auterovole sondaggio NewYorkTimes) e sarebbe davvero macabra!… O per lo meno Osama non è mai esistito… e in effetti lo si è visto e da vivo e da trucidato?… mentre di Gheddafi si è veduto tutto e la morte in diretta ha fatto il giro del mondo, più veloce della luce… Dicerie o verità?… Dicerie dell’untore? E allora il Muro di Berlino è davvero mai crollato o è stato soltanto un sogno nell’imaginifico e immaginario collettivo? E allora cosa ha suonato a fare Rostropovich il suo violoncello, quella notte dell'11 novembre di 22 anni fa e di fronte a quel muro che cadeva, se oggi la Merkel e il Governo tedesco ne erigono uno ancor peggiore?… Eppure la storia delle borse passa sempre proprio – sebben diverso – per un "muro"!… quello al riparo del quale e dove a fine Settecento alcuni commercianti di New York e broker improvvisati (quasi fossero pusher dei giorni moderni!) presero a scambiare titoli emessi da piccole e nascenti società industriali. Lo facevano in fondo a una strada, al riparo di un platano secolare e di questo muro che serviva in pratica a delimitare il territorio di New Amsterdam, villaggio fortificato e colonia olandese del ‘600, da cui poi nacque proprio New York. Anche questo muro fu poi abbattuto, ma rimase nella memoria tanto che dette il nome a quella via che ancora porta quel nome: Wall Street! Ma oggi la storia di Wall Street potrebbe passare nuovamente per un altro muro, il "Muro di Berlino" (non porta di Brandeburgo) e inevitabilmente con essa la storia di quest’Europa martoriata davvero, nella quale sta tramontando il sogno di una "reale unione". Ma come già scritto in un recente passato, quella era un’illusione post-bellica, di quando gli animi piagati da una sofferenza reale e tangibile si uniscono davvero al fine che/di "non accadrà mai più". Ed in effetti, quel Trattato di Roma del 1957 – dunque oramai ultra-cinquantenario – a qualcosa è servito, ma non a impedire che l’Europa rimanesse profondamente divisa e i retaggi che la storia inevitabilmente conduce in sé stanno riaffiorando forte e palesemente proprio nei giorni che stiamo vivendo ora. Basti pensare a Strasburgo. Erano presenti tre entità distinte: • un Capo di Stato (Nicolas Sarkozy), con poteri da Repubblica Presidenziale; • una Cancelliera (Angela Merkel), con poteri decisamente da Repubblica Democratica, tanto che penso che quasi nessuno conosca questo nome: Horst Köhler, il presidente tedesco, dimissionario il 31 maggio del 2010 (perché proprio quella data, così vicino alle prime vere magagne greche?); • un Capo di Governo (Mario Monti), con poteri da Repubblica Democratica, teoricamente politically correct, dove è certo però che il peso del nostro Presidente si sia fatto sentire, sempre corrente però sul filo sottile di una perversa e dubbia, quanto talvolta ingenerosa, "ingerenza". Di fronte a ciò… con tre Carte Costituzionali visibilmente differenti e consolidate nelle proprie consuetudini… quale può essere il futuro di un’Europa "disgiunta già in partenza"? E giovedì pomeriggio questa disgregazione si è fatta evidente, palpabile e con sofferenza dobbiamo prenderne atto, da quando la Cancelliera Angela Merkel (sospinta dai poteri delle banche tedesche?) ha richiuso in un sol colpo Porta di Brandeburgo e di Strasburgo! Ma di fronte a tanto "muro" viene da chiedersi, parlando in termini più terreni e borsistici: • Perché le borse europee, pur provate da mille ambasce e burrascose temperie, sono ancora sopra ai minimi di settembre? • Perché l’Euro continua a valere sempre più di 1,30 comunque, quando sul primo affondo greco (appunto maggio 2010), era crollato a 1,19 e quando il primo cambio €/$ (fissato il 1° gennaio del 1999) fu a 1,1668? • Quanto varrebbero effettivamente le varie valute che fanno parte dell’€, tipo marco tedesco, franco tedesco e lira italiana (rappresentanti insieme circa il 50% dello stesso)? • Perché e nonostante tutto, per l’indice USA S&P500 (ma anche e ancor più, Nasdaq100, fino a tre settimane fa a un passo dai massimi!), non può parlarsi ancora di bear market (di breve ovviamente, poiché da quello di un grado superiore e iniziato nel 2000 non siamo ancora e mai usciti)? • Ancora e infine, perché il nostro FTSE-Mib (e "nonostantissimo" tutto!), in ogni caso, dai minimi (relativi) e dalla candela del 4 di agosto si stia ancora comportando meglio del "collega-rivale" DAX? Sull’altro piatto della bilancia – qualora questo bel pieno deponesse un poco a favore dei mercati – bisogna invece porre la questione tecnica. In questo caso, sia DAX, ma soprattutto EuroStoxx50 e ancor più il FTSE-Mib hanno praticamente e completamente negato il three white soldiers (tre corpi pieni bianchi, a livello settimanale!… e grafico a sinistra), formatosi fino a metà Ottobre e poi proseguito in estensione quasi sino al termine di Ottobre. E, su un grafico settimanale, negare una tale configurazione è fatto abbastanza grave, per metterla sul "simpatico". E per il nostro FTSE-Mib è proprio l’ultima candela nera ad essere impietosa: riconduce all’armonia (ribassista) precedentemente perduta. La sua chiusura riporta – con giusto tempo – le quotazioni nell’ultimo sottoquadrante (a3br) con incrocio temporale perfetto, negando inoltre definitivamente il three white soldiers con la violazione della banda 14.659-14.529. Infine conduce anche alla "invasione" del corpo della prima bianca, da cui il three white soldiers era nato, ovvero dove aveva preso a marciare il “primo soldato bianco"! Ancor più grave, quando si pensa che il solo DAX (sempre a livello settimanale) ha per il momento evitato di invadere la candela bianca, originante tutto il rimbalzo… e allora, di fronte a ciò, non resta che prenderne atto e valutare con estrema rischiosità il rimanere su questi mercati. Vi si rimane in presenza di un trend ben delineato e tutto può dirsi del trend attuale meno che proprio questo! Invece sul grafico daily (a dx.) del nostro indice, può apprezzarsi la figura costruita sui recenti minimi relativi: tre candele (con l’ultima, in quasi perfetta doji) con ombra molto ampia e – fatto ancor più specioso – chiusura praticamente alla stessa altezza: i 13.915/930 punti. Proprio quei 13.930 punti, di cui si parlava anche negli aggiornamenti FIB con Fibo (e precisamente quello del Pre-Open Flash di giovedì 24). E quando livelli intra-day si ripongono a livelli e time-frame superiori, qualcosa di buono (o, per converso, di cattivo) c’è… o "che ci cova" almeno! Ora, per trovare avallo quelle Tre Stelle nel Sud dovranno condurre almeno all’interno della prima fascia ombreggiata, quella compresa tra i 14.428 (il che significherebbe già oltrepassare il 14.390) e i 14.813 punti. Sarà ovviamente richiesta una chiusura daily (prima che weekly) superiore almeno al primo livello citato (14.428 punti). 14.428 che poi (andando a rivedere i livelli settimanali richiesti) non negherebbe ancora nulla a livello appunto settimanale, dove occorrerebbe almeno un 14.529 che sarebbe pur sempre il “minimo sindacale”. In assenza di tutto ciò, bel esercizietto – come sempre – ma si riprenderà a scendere e verso area 13.000, come mostrano le proiezioni ribassiste (le prime!) sul chart stesso. … E ancor maggiore è il rischio di andare a "cercare" i minimi… Tuttavia, a mio giudizio – pur in una situazione tecnica di lungo ancora migliore – nel breve, l’indice a maggior rischio resta ora proprio l’indice tedesco che potrebbe pagare ogni "brick in that wall" che la "Cancelliera di Eisen e Kartoffel" desse modo di intendere di voler abbattere… e lo farà… … Dunque veleggia anche Tu con le FW e anche su questi mercati! Continua qui, con qualche grafico in più… Pavia, November, the 27th |