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> Leading Articles > 8 Luglio 2012 - Invasion?
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Is Continuing The War of Worlds? Lor Signori, questa volta (nel brevissimo!), per l’Italia e relativo FTSE-Mib, l’interpretazione delle Fibonacci Waves non ha svolto a dovere il suo compito. Ovvero, neppure le FW hanno potuto nulla, di fronte all’acuirsi delle vendite, non preoccupanti giovedì, più allarmanti quelle nel finale di venerdì. E non si farà fatica ad ammetterlo. Non si è qui, infatti, per vendere la verità, ma per cercarla, giorno dopo giorno. Tuttavia, ciò è cifra tangibile e inconfutabile di quanto possa ancora il nostro mercato prestare il fianco alla speculazione sempre in agguato, come squalo a fiutare il primo afror di sangue. E la correzione – prospettata più in là nel tempo, almeno come entità – si è invece materializzata già pressante, conducendo da subito alla Invasion del territorio “vergine”, nel gap lasciato aperto soltanto tra i giovedì e venerdì precedenti (28 e 29 Giugno). Invasione, per ora. Manca poco alla sua chiusura, quasi un nulla. Andare a chiuderlo completamente (e poi magari andarvi anche al di sotto) sarebbe sicuramente maggior segnale di resa; tenerlo parzialmente aperto, di resistenza e, per assurdo, di forza. Pochi punti dunque che faranno tutta la differenza del mondo e del momentum, stante la rilevanza di un up-gap e di quella portata. È ben ovvio che per operare sulla nostra borsa occorrano polso fermo e nervi d’acciaio. Le sedute da -3% e da +3% non sono finite qui. E l’atteggiamento da tenere sarà dunque di due specie. O da day trader, incurante della tendenza d’intorno e a questo il nostro mercato si presta benissimo, causa la forte volatilità; oppure da posizione ferma, fermissima, su titoli che mostrino ancora una parvenza di trend, ma incuranti (anche qui!) delle singole variazioni giornaliere che altrimenti fanno perdere testa, bussola e danari. Tutto il trambusto ha poi immediatamente riportato alla luce interrogativi e scenari che – certo – in questa seconda parte dell’anno, prima o poi saremmo stati destinati a riascoltare ancora. E il leit-motiv giornalistico del finale di settimana e del week-end è stato pertanto: «I mercati non credono a Tizio, Caio e Sempro(g)nissimo!» Se, soltanto per questo, avevano smesso di crederci già molto tempo prima!… e poi quali mercati? La settimana si è chiusa negativamente per la nostra borsa e quella spagnola (tra il -4 e il -5%), ma quasi invariata per CAC-40 e DAX (parimenti per i mercati USA) e addirittura positiva per il britannico FTSE-100, nonché per tanti Paesi Emergenti, a cominciare da Korea, Indonesia e Malaysia. Dunque è apparsa come una settimana di buon consolidamento, per la maggior parte delle borse, dopo i progressi della scorsa (tranne che per IBEX e, appunto, FTSE-Mib). È stata invero un’ottava che – piuttosto che gli indici azionari (visti, come sopra, più in generale) – ha penalizzato soprattutto l’€ e questo dunque deve essere un fattore da non sottovalutare. Già, durante la seduta del 3 u.s. martedì, ci si interrogava se il rimbalzo sarebbe potuto proseguire anche in presenza di un € debole. La risposta, a quel punto, era ancora affermativa. Però si traccheggiava a 1,2620/1,2590 e stupiva soltanto un poco il fatto che non si riuscisse ad andare oltre lo 1,2650, mentre il DAX ancora volava. Poi e invece, nelle ultime due sedute le fauci speculative dell’Innominato Shark (certo ancora vagheggiante per i mercati) si sono riaperte e hanno colto, come preda più attaccabile, proprio la valuta europea scesa così molto più degli stessi mercati equity europei. In questo caso, infatti, come base di partenza, occorreva prendere il long white body del 29 Giugno scorso (in ellisse ed eredità della famosa notte della presunta doppia sconfitta della Merkel, sconfitta che in un certo senso per le FW ancora residua), che per l’€ trovava, appunto, base a 1,2440 ossia l’apertura di quel famoso giorno. Ha terminato infine le contrattazioni, venerdì sera, addirittura sotto lo 1,2300 e aprendosi così una porta per lo 1,2120 e dunque terminando abbondantemente sotto quell’1,2440 di cui appena sopra (linea azzurra e continua sul chart). Tutto al contrario della valuta unica (pur cedendo terreno negli ultimi due giorni), si è comportato il tedesco DAX. E fin qui dunque siamo ancora nei “limiti del paradosso” (al contrario, ma nei limiti!) che si sta portando avanti, come teorema ultimo. Se prima, occorreva un DAX semplicemente più debole degli altri mercati europei (per indicarci una piega verso una risoluzione definitiva della crisi, sempre ben lungi), ultimamente si è altresì cercata una correlazione tra movimenti di DAX (appunto) e oscillazioni dell’€. Ne è sortito che la situazione ottimale (per ora è un’idea in nuce) sarebbe quella di avere: • un DAX più debole del resto dell’Europa, ma in presenza di • un Euro piuttosto e almeno in tenuta. Insomma, tutto l’esatto contrario dello sviluppo delle ultime due sedute dell’ottava, tanto che l’€ – come già veduto – ne esce con le ossa scricchiolanti, mentre il DAX, pur terminando debole, ne esce ancora forte e ad un passo dalla negazione del ribasso di queste due ultime giornate. Si tenterà allora di capire quale(i) sarà(nno) il/i “limite(i) nuovo(i) dello stesso paradosso”. La chiusura finale del DAX è infatti avvenuta all’altezza dei 6.410,11 punti, mentre l’apertura del gap (e dunque sua parte superiore) si era manifestata “soltanto” a 6.296,44, vale a dire un 2% sotto. Perché questa “distanza” ancora residuante, nonostante le due ultime candele nere? Molto banalmente, poiché tutto il meccanismo “oleato” (paradosso di cui sopra) tra lunedì e mercoledì aveva svolto – in parte – il suo compito: € soltanto in tenuta e indice DAX molto forte, tanto forte che, al long white body in gap del 29/06, riusciva ad aggiungerne ancora due (ellisse blu), proprio mentre il FTSE-Mib, sui 14.500 punti iniziava a indugiare e tentennare. Inoltre lo stesso gap si estende, verso il basso, sino ai 6.232,12 punti e dunque in prossimità dei 6.200 punti che per l’indice germanico rappresentano davvero la barriera tra il bene e il male. Al contrario, un recupero dei 6.432/35 (e dunque a quasi neppure uno 0,4% dalla chiusura) rimetterebbe il DAX in corsa per quota 6.700, peraltro già avvicinata con lo intra-day top (in forte ed evidentissimo spinning), risalente soltanto alla mattina di quest’ultimo giovedì, @ 6.642 punti. Dunque, assolutamente nulla d’irreparabile per questa Europa (a livello di mercati azionari), anzi!… Le cose potrebbero cambiare soltanto con un € sotto lo 1,2120, dove allora l’accelerazione ribassista potrebbe assumere connotazioni di pericolo. Se poi invece si manifestasse il recupero (qui immediato e subitaneo!) di quota 1,2295/1,2325 la situazione potrebbe persino capovolgersi ancora più velocemente. D’altra parte, quante volte lo si è già veduto per questa bistrattata Europa, piena di magagne e acciacchi che nessuno vuole curare in modo definitivo? Questa finale è la logica “accusa”, la quale lascia forse temere più per la “minaccia”, che per il “real pericolo”, ma altresì si ritiene che tutto ciò faccia tanto comodo a qualcuno (e più di uno!). Bistrattata Europa!… Si tratta di domandarsi (e rispondere) se Spagna e Italia (qui il grafico, con LIVELLI MILLIMETRICI!) ne facciano ancora parte integrante e insostituibile! Tweet |