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Nautilus
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(Chart Of The Week del 04/08/2013)
Il compito più semplice (o quasi!) per un analista tecnico – almeno degno di essere letto o ascoltato – è certamente quello di follow the trend, ovvero saper seguire il trend o, meglio ancora, “assecondarlo”.

Non mi stancherò mai infatti di ripetere quanto sia inutile cercare di “anticipare” i massimi (o i minimi e forse, in questo caso, ancor peggio!) di un mercato.

Spesso, a un tal proposito, amici – ma talvolta anche sconosciuti e ameni lettori – mi pongono questo quesito:
«Ma gli indici americani non si fermano più?... Avevo letto già due anni fa che…»!

Ed è proprio questo apparentemente insignificante e banale “che” a ergersi a fregatura dei più, a vera e propria “castrazione” (e perdonatemi se lo debbo dire, così, brutalmente e quasi de visu).

È poi vero – lo confesso apertamente – poiché detesto il mentire o celarmi dietro al più o meno diafano dito, che anch’io, in questi quattro lunghi anni e più, ebbi il mio momento di amletico dubbio.

Dal giugno del 2009, ero diventato stra-positivo sull’indice USA, S&P500.
A ottobre dello stesso anno rincarai ancor più la dose.

Ma successivamente, al principiare dell’estate del 2011, cominciai a nutrire serî dubbi.
Lo stesso S&P500, più o meno per quella data, avrebbe dovuto raggiungere i suoi vecchi massimi dell’Ottobre 2007, a quota 1.565 punti e invece faticava assai, un poco imbalsamato, appena sotto i precedenti top dell’Aprile dello stesso anno (2011), in area 1.365 circa.

Uscii, sincero come al solito, su Trend-online (che ora – e me ne scuso coi più – sto un po’ trascurando, ma, ahimè, altri impegni e non lavorativi!), dove palesai chiaramente i miei dubbi, giacché altro pregio (modestissimo parere personale) di un analista è quello di saper dire:
«Fino a qui tutto bene; ora debbo cambiar parere!»…


Non si deve provare nessun senso di vergogna nel farlo, qualora i mercati ci inviino segnali in tal senso.

Infatti, di lì a poco, anche l’indice USA conobbe la sua stagione più “difficile e calda”, culminata col mini-crollo dell’Agosto 2011, che mise a segno, in pochissime sedute (una dozzina non di più), quasi un -20% (come qui riportato nel piccolo grafico che meglio dettaglia quel periodo di due anni fa esatti).

Tra Giugno e Luglio, per il vero, provò anche una reazione, ma il mese successivo gli fu fatale e, dai 1350 punti circa, se ne scese bellamente anche sotto quota 1.100.

Fu però l’affondo di fine Settembre (ellisse) a convincermi di una possibile ripresa di quel just and only interrupted trend, con quello State of The FiboWaves, “Doppio Brivido… Lungo? (infine!) , redatto nel giorno del mio compleanno!
D’altra parte, la figura d’inversione si manifestò in un punto fondamentale per la sopravvivenza stessa del trend, pena il laterale di cui accennavo, nella già riportata intervista del Giugno di due anni fa; si manifestò sul livello topico (per le FW!) dei 1.080 punti.


Da lì, il mercato USA riprese soltanto a salire e quasi senza soluzione di continuità, come ben dimostra l’area ombreggiata nel rounded box del monthly chart d’apertura.
In questi ultimi 23 mesi (dunque 23 candele, comprese appunto nel box), è stato uno soltanto il mese a esprimere una sensibile (per quanto breve) correzione: il Maggio del 2012.
Tuttavia, soltanto 5 di queste 23 candele, sono poi terminate in black real body e per giunta dal corpo (appunto!) minutissimo.
Tutto il resto, una “bianca distesa” che ha portato proprio in questo ultimo finale di settimana a superare anche la soglia di quota 1.700 (@ 1.709,67, la chiusura di venerdì).

«Per quanto potrà farlo ancora?...», potrebbe essere lecita domanda!

Se debbo dirvi l’estrema verità, non posso saperlo neppure esattamente io!
Scorgo, tuttavia, per prossima, un’importantissima scadenza temporale, dettata dai ritmi stessi delle Fibonacci Waves e conseguenza e successivo strascico di quella scadenza, precedentemente menzionata, d’inizio estate 2011, la quale, fallendo i vecchi massimi assoluti, aveva poi provocato il già veduto e commentato breve panic selling dell’Agosto di quell’anno.

Ora dunque, tra Settembre/Ottobre, andrà a cadere un’altra fondamentale scadenza temporale (set-up) e che potrebbe frenare davvero il mercato oppure decretarne ancor più (e davvero!) l’entrata in un nuovo ciclo di great bull market, comparabile a quello che caratterizzò la stagione 1982-2000, della quale, qui, si scorge la parte terminale.

Il mercato – e in questo caso l’indice USA S&P500 – potrebbe avvertire questo set-up, qualora non fosse in grado, in questo lasso temporale (da qui e fino all’incirca verso fine Settembre) di proiettarsi ancora e almeno al di sopra dei 1.862,50 punti.
Lo facesse, potrebbe allora anche estendere in un’area compresa tra:
•       1.9xx e addirittura
•       2.050 punti circa.

Questo ora non lo posso “avanzare” (anche semplicemente come “probabilistica ipotesi”) neppur io, ma altresì credo che non vi sarà proprio alcun problema a raggiungere almeno la prima quota, qui indicata: i 1.863 punti.
In fondo, non manca molto: un +9% neppure.

Fin almeno a lì, Care Cassandre, riponete le armi!
Poi se ne parlerà…                               Read More?


Pavia, 2013, August the 4th





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