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30 Novembre 2011 - Scenari in Divenire, ma Prudenza Ovunque!
Torniamo a sentirci con l'analista Valerio Peracchi ben dopo quattro mesi dalla nostra ultima intervista ufficiale, in un momento importante, come già lo era allora, per i mercati finanziari e soprattutto per la nostra Italia. L’ultima sua intervista era uscita col titolo “Scenari diversi, ma prudenza ovunque!”. Oggi come la titolerebbe, se potesse tornare indietro di quattro mesi, al 2 di agosto, quando realizzammo appunto quella intervista? Le rispondo con un’immagine mentale, magari anche noiosa per i Lettori che ora badano più al sodo, ma prima del “sodo” c’è sempre la fase di cottura e a volte è lunga e noiosa… Ha presente il sindacalista del film C’era una volta in America? La storia è assai semplice. Il film (con continui flash back) parla del ritorno di Noodles (Robert deNiro) alla fine degli Anni Sessanta, nella sua New York degli Anni Trenta, la New York post Great Depression… la New York del proibizionismo e delle gang. Ora (nel film) siamo invece nel ’68. C’è la TV. New York è già “mela”… C’è un mondo nuovo. E Noodles vede alla TV di un bar un’intervista a un sindacalista e vi ravvisa immediatamente il sindacalista conosciuto 35 anni prima. Lo ascolta per un attimo e poi esclama, ma a bassa voce: «Tanti anni che lo conosco, ma dice sempre le stesse cose!”. Ebbene, l’intervista la titolerei tale quale ad allora, tant’è che per oggi applicheremo soltanto una piccola variazione sul tema. E direi, largo-circa (vecchia espressione della borsa gridata!) le stesse cose che dissi allora. O sto diventando vecchio anch’io, ma devo dire le medesime cose, forse con ancora più enfasi, anche se tante volte fa male ascoltarle. Son cambiati parecchi scenari, ma la prudenza deve rimanere, con i criteri di Portfolio Management da rispettare come fosse Vangelo! Non si compra a casaccio un titolo o un asset soltanto perché ritenuto “basso”. Il “basso” in borsa è quanto di più relativo vi possa essere... Oggi proprio come allora, come quattro mesi fa. E allora, eravamo circa a 17.500/17.200 punti di FTSE-Mib, siamo scesi a un soffio dai 13.000 punti – ossia quasi sui minimi del 2009 – poi a 17.200 siamo quasi tornati a fine ottobre, e ora ci troviamo a 15.000 circa. In apparenza, per uno che vive all’estero (un eschimese, stile Paraflu, per intenderci), potrebbe anche apparire come una normalissima oscillazione di borsa. In realtà non la è, sebbene, da analisti tecnici, bisognerebbe fingere che lo sia! E da allora è cambiato molto o molto poco, a suo giudizio? Dovessi esprimere un parere di merito, a livello “gestione crisi”, dovrei forse dire che la situazione è peggiorata. Peggiorata poiché i nostri governanti si comportano come il più sprovveduto dei trader, quello che entra per la prima volta sul mercato (con tutto il rispetto possibile e la comprensione per chi si trova in questa condizione). Non sanno cosa sia un profit-taking e tanto meno una stop-loss! Guardi che può apparire un discorso stupido e forse una demistificazione, ma è così! Il profit taking – mi chiederà ora – dov’è o dov’era. Ebbene le risponderei con una domanda: «Perché la borsa tedesca ha un grafico completamente diverso da quello delle altre principali borse europee?». Al di là di tante stupidaggini che si potrebbero dire o congetture da trarre (ma rimarrebbero congetture), credo sia (almeno in buona parte!) perché ha beneficiato per dieci anni di una congiuntura, praticamente quasi irripetibile! In un’economia stagnante, ha potuto continuare a essere la locomotiva d’Europa, non certo sol per meriti suoi, ma beneficando di una “valuta debole”, debole per le fragilità altrui… che se l’€ fosse il vecchio marco, oggi, invece di valere 1,33, varrebbe forse 2 se non di più! Ovvero: vi fossero due Euro, uno soltanto composto dal marco (il che in sostanza si tradurrebbe nell’aver cambiato semplicemente il nome al marco), uno con tutte le altre valute area-€, il primo varrebbe 2, il secondo 0,70! E allora qua era da porre un profit-taking! Prendere i guadagni e salvare subito la Grecia! Cosa non fatta! Ora che le cose vanno male – peggio, anzi, per l’effetto contagio – e quando sarebbe da utilizzare una stop-loss grande quanto un grattacielo, ci si comporta ancora peggio, sempre alla stregua dell’inavveduto investitore che guarda le quotazioni di borsa sul giornale, si accorge che il suo titolo XYZ.. (mancano lettere?) vale il 30% in meno di quando lo ha comprato e dopo il pianterello depressivo, si dice: “Ma lasciamolo lì, ha perso tanto e risalirà”. E dunque per non restituire in parte “quanto tolto agli altri mercati”, la Germania preferisce lasciar correre le perdite e prendere tempo ed erige così il suo “muro” che è tale quale a quello fittizio che il risparmiatore pone tra sé e le sue perdite. E i mercati, in tutto questo inferno? In tutto questo i mercati hanno rischiato di sprofondare davvero, ma non l’hanno fatto… o non lo hanno fatto sino in fondo. Il DAX si è adeguato a tratti e per un certo periodo, soprattutto nella discesa di agosto, è stato di gran lunga peggiore del FTSE-Mib, ma poi ha raddrizzato la situazione. E il mio mood, il mio sentiment è cambiato spesso (certamente più del solito) in questi due ultimi mesi, cercando di assecondare il trend, forse troppo (giacché in realtà non c’era!)… e nel tentativo di seguire tante cose e tutte insieme. Ma la giornata cruciale e che ancora regge le sorti dei mercati è stata quella del venerdì, 23 settembre. Fino alle ore 13 di quel giorno ero convinto, fermamente convinto, che il nostro FTSE-Mib avrebbe riveduto i minimi del 2009 e infatti glielo avevo dichiarato senza remore in quel “Diritto e Rovescio” lampo, proprio precedente di pochissimi giorni, il minimo di settembre. Alle 18,30 di quello stesso 23 settembre, invece uscii sul sito con “Brivido… Lungo?”, parafrasando ovviamente il vecchio film “Brivido Caldo”, suscitando – e non capisco ancora il perché… – le ire di alcune signore… E poi?... Ire funeste a parte, che dalla voce con cui me lo dice sono certo mi stia prendendo in giro!... Quelle erano per talloniti… Ma sono o non sono più vecchio di Lei??? Allora posso farlo, sempre ammesso che lo faccia! Sdrammatizziamo anche un poco, sennò qui va male davvero! Dunque, poi c’è stato quel forte recupero di ottobre, con addirittura il miglior mese degli ultimi vent’anni per lo S&P500, e lì mi sbilanciai molto. Lo sa… non sono un analista one way… a senso unico... Non mi piace, non fa parte del mio background, giacché l’Analisi Tecnica in partenza è solo e soltanto neutrale. A noi umani capire le dinamiche dei trend che, sotto le sue regole, si sviluppano e si determinano! Molto facile dire sempre che il mercato scenderà o il suo contrario: al 50%, più o meno, ci si prenderebbe! Vuol mettere la differenza con qualcuno che è sempre in gioco e può sempre sbagliare? Ma – pur conscio di ciò – mi sbilanciai molto al tempo, parlando di “minimi da A-B base”, che è una particolare figura (per gli amanti di Elliott e anche per i suoi detrattori… e benvenuti all’Inferno di Caronte!), portatrice solitamente di più o meno grandi inversioni. Poi c’è stata la grande discesa di novembre… Non mi convinceva, per dinamiche e per volumi soprattutto… non mi ha mai convinto a fondo, non sono mai più riuscito a divenire bearish come lo ero già a giugno… vedevo sfumature importanti, strutture diverse da quelle da agosto; poteva anche trattarsi di un altro A-B base più piccolo, di grado inferiore. Particolarità comunque e sempre di questa figura è che il secondo minimo su cui è costruita è sempre lievemente superiore al precedente e così per ora è stato… sia per quello maggiore che per l’eventuale minore… Il grafico a corredo, forse chiarisce un poco il discorso che richiederebbe certo ampio spazio didascalico. Oggi è ermetico, ma da quanto mi sta dicendo posso dedurre che sia più ottimista che pessimista? In un certo senso sì, ma si dovrà passare per prove durissime. Tuttavia, se non si realizza un minimo è perché non ne sussistono le condizioni, ma sui minimi invece e fino a una settimana fa stavamo tornando eccome e allora questo fatto, oggi, mi lascia guardare ancora con sospetto questi mercati, poiché possono tirare brutti scherzi. E allora oggi, nonostante il +4% di sottofondo, sul quale stiamo parlando, non si leggono ancora chiare le dinamiche per un trend duraturo e sostenibile. Meglio ancora vivere alla giornata. Diverrei più ottimista e decisamente (sulla risoluzione in tempi brevi della crisi), di fronte per esempio a un mercato italiano e francese in grado costantemente di far meglio del DAX, ma non appunto per tre/quattro giorni, ma per un periodo sufficientemente lungo e tale almeno da dimezzare il gap apertosi da quattro anni e mezzo a questa parte. Da maggio 2007 (dal 18 esattamente e giorno degli ultimi massimi del nostro indice), per intenderci: • il FTSE-Mib ha perso il 67, 03% del suo valore (alla chiusura del 29/11); • il CAC40 se l’è cavata un poco meglio, con un -50,39% e pari circa l’EuroStoxx50 con un -50,14%; • Il DAX invece se la gode davvero con un egregio, ma altrettanto “scandaloso” -27,79%. E finché non si assisterà quantomeno a un riavvicinamento che appunto riduca magari a metà questo differenziale di quasi 40 punti percentuali tra noi e il DAX, la questione € non potrà assolutamente ritenersi chiusa, ma ciò potrebbe non impedire ai mercati di prendere una strada diversa da quella immaginata. Esistono (sussistono) ancora livelli tecnici attendibili? Eccome. Non sarei qui! Se però li cerchiamo sul FTSE-Mib e in quest’area attuale, rischiamo di diventare matti. Tra 14.000 e 16.000 può fare insomma di tutto e anche di più. Può fare quello che vuole o, peggio, quello che vogliono faccia. Lì, in mezzo, ci si gioca per far digerire al mercato i vari aumenti di capitale, le sistemazioni di partecipazioni, e per pulire un poco i “titoli sporchi” e non andiamo oltre… Inutile dunque cercare livelli che potremmo definire vitali e poi vedere spazzati via dal vento più terribile, per riconquistarli in bonaccia. Un livello importante è a 14.390 punti e uno con uguale importanza a 15.480, ma la chiave di tutto sta più su, a 17.255. Soltanto ci portassimo al di sopra di detta quota, potremmo davvero assistere a una – e la definisco veramente e propriamente così – “recovery” duratura e stabile, allora in grado di condurre verso i 20.000 punti, passando per due livelli non facili e presenti tra 18.000 e 19.000: 18.225 e 18.960 punti. Solita domanda: vi sono titoli da comprare? Solita risposta e mi fa sentire tanto un James Crowning dei giorni nostri, sindacalista del film di cui all’inizio! Può essere che comprare Unicredit o Monte Paschi sia un affare (se il “disegno” è l’OPA, sicuramente sì), ma personalmente, a questi prezzi non li compro, persino – come nel caso – pensassi che il mercato abbia più potenzialità di salita che di discesa. Su Popolare di Milano si potrebbe mettere un “cip”, per dire io c’ero recuperasse e rivederla a 0,38/0,39€ non sarebbe un’eresia. Tuttavia, per investimenti importanti, li comprerei una volta che avranno manifestato chiari segnali tecnici d’inversione, ora no! Invece – sempre personalmente – mi attraggono: • ENI, per i 17,50 €; • FIAT Industrial , per i 7,70€; • Impregilo, per i 2,45€ e • Pirelli&C. dove potrebbero essere possibili nuovi massimi, relativi ovviamente. Sono attualmente in una fase di forza e le possibilità che la stessa prosegua sono infinitamente più alte che cambi il trend per i finanziari (per Saipem e Tod’s, attualmente le considero con occhio da outsider, ma hanno un po’ perduto lo smalto di un tempo). Poi arriverà il momento anche per loro e per i finanziari appunto!... Se e quando partiranno i finanziari, lo vedremo forse dal processo inflattivo che potrebbe mettersi in atto, se non unica, grande via per risollevarsi un poco dalla crisi, senza creare altra “leva finanziaria”. Dipende anche qui dalla Cancelliera di Eisen&Kartoffel! Un segnale potrebbe essere, per esempio, vedere allora un DAX sottoperformare gli altri mercati e il Bund scendere; gli spread allora si ridurrebbero un poco, ma non certo per meriti soltanto“interni”. Pensare che qualche manovrina possa spostare un equilibrio (in realtà disequilibrio) creatosi in tanti mesi così, è al momento una mera e pia illusione, nulla di più, per giunta in una condizione poi endemica per anni al nostro Bel Paese che è stato forse ingiustamente al centro di pressioni esagerate! Concludiamo con la solita America? Perché no? Gli USA soffrono il dollaro forte (ovvero debole su €), questo lo si è compreso. Appena si scende sotto lo 1,35/1,36, per gli USA sono ambasce. In questi anni, in parte hanno goduto – in maniera più indotta – della sommaria debolezza delle valute dell’area € più deboli ed ecco che, si creasse un paniere solo di quelle, la vecchia correlazione dollaro forte-borsa forte emergerebbe e invece per tanti anni ci siamo chiesti perché se la borsa scendeva, l’€ si apprezzava, naturalmente effetto carry-trade a parte. Dunque dicevamo che non appena si scende sotto lo 1,35/1,36, per gli USA sono ambasce e l’abbiamo visto nei giorni recenti. Lo S&P500 è andato a sfiorare i 1.157 punti che è una diga, prima delle barricate di piombo e i bunker di cemento di area 1.100. Resto dell’avviso e dell’ipotesi del lungo movimento triangolare che è cominciato a maggio e di cui per ora abbiamo avuto due gambe: la prima ribassista fino a metà agosto, intervallata dal laterale durato sino a fine settembre e poi la leg rialzista di ottobre, importante e consistente, ma che trova in 1.287 punti il suo lato debole. Andare oltre per ora è molto difficile e dunque si potrebbe proseguire con questo triangolo tra 1.285 e 1.120 circa. Quello classico (che sembra già un mostro genetico!) di gambe ne ha cinque, ma se ne sono veduti sino a nove gambe! Se due son durate già sei mesi, ben si capisce che tale situazione potrebbe protrarsi per tutto il 2012 e anche oltre. Come le dicevo prima, occorrerà passare per prove ardue e difficili; la pazienza operativa dovrà essere il dogma ispiratore. Sugli sbocchi in alto che siano ventate d’illusorio ottimismo, cali di pessimismo, un po’ come quello che stiamo vivendo durante la seduta di oggi, si potrà anche compricchiare qualcosa – perché no? –, anzi “turandosi il naso” occorrerà farlo, ma senza essere esosi, avidi o troppo frettolosi… ma soltanto prudenti. Buon trading dunque a tutti… Prudenza soprattutto sui rimbalzi possibili! and… never forget!… Take it easy! |