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> Book&Interviews > 17 Giugno 2011 - Adesso E' a Serio Rischio Lo Scenario Rialzista
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17 Giugno 2011 - Adesso E' a Serio Rischio Lo Scenario Rialzista
Dopo un mese dal nostro ultimo incontro e sebbene ci fossimo dati appuntamento con l’analista per i primi di luglio, abbiamo raccolto alcune opinioni volanti dell’analista tecnico Valerio Peracchi, a mercati aperti e in merito all’attuale situazione di mercato. A un mese esatto dalla nostra ultima chiacchierata, lo scenario globale si è evoluto in peggio. Come valuta l’attuale situazione tecnica. Le sue Fibonacci Waves le dicono qualcosa in più? Le mie preoccupazioni di allora – sentore di bruciato più che altro – non possono che essere aumentate e confermate, anche se soltanto un mese fa le possibilità per un ultimo e finale allungo vi fossero ancora. Ora non più… o molto, molto risicate… e il rischio di restare investiti è troppo alto, rispetto al rendimento probabile/barra/atteso. Cosa tutta differente è invece il fare trading a due/tre giorni: con le variazioni degli ultimi giorni ci si può anche divertire a entrare sugli eccessi e poi riuscire per il doppio andando short, etc. Ma partiamo con quello che è ancora l’indice “faro” per gli altri mercati, almeno quelli industrializzati, ossia lo S&P500 USA. E adesso ha un po’ smarrito la bussola, perduto molto l’orientamento. Ma su quest’indice, per avere una sentenza più definitiva tramite le FW, ci dovremo risentire al mio ritorno dalle ferie (ndr. primi di luglio) e non appena rientrerò – il tempo di riosservare i mercati – faremo un importante aggiornamento, poiché l’incrocio temporale più probante sarà a fine giugno, ma già ora le FW non mi dicono assolutamente gran bene, preavvertendo in maniera davvero tangibile. Anzi, è sicuramente la prima volta, dal marzo 2009, che mi sentirà affermare che l’impianto reattivo costruito da allora e fino a un mese fa circa, è stato messo in forte crisi. E questo a causa del punto (falso break dei 1.355 punti) dove lo storno è andato a nascere e per come lo stesso si è poi sviluppato, conducendo alla violazione dei 1.295 punti di S&P500. Mi aveva indicato anche un livello ancora più importante, a 1.275 punti, se non ricordo male? L’entrata sotto quella fascia sarebbe così grave, come già mi palesava allora? Tutto giusto e vero e ci stiamo proprio danzando pericolosamente già a ridosso. Anzi, mi lasci guardare il video!... 1.273 punti (ndr ore 18,00 di mercoledì 15/06)… Uhm, ci risiamo… L’eventuale perdita definitiva e in close anche di quest’ultimo livello aggraverebbe ancor più una situazione già “ad alti effetti collaterali”. Questa è al momento e con gli elementi che ho a disposizione la lettura più asettica che le posso fare. Nel breve, la situazione potrebbe mutare (leggermente in meglio) solo e soltanto al di sopra della fascia 1.306/1.317. Peggiorerà eccome – sia di breve sia di lungo – dovessimo perdere anche l’ultimo baluardo a 1.225 punti e lì si delineerebbero due ipotesi correttive, una più di breve, una più di lungo: la prima con obiettivo a 1.150 che potrebbe salvare per il rotto della cuffia quel che rimane del trend rialzista; la seconda con obiettivo, prima a 1.190 e poi tra 1.080 e 1.016, il che ci spingerebbe con tanta probabilità in quel lungo laterale senza né capo né coda che già l’altra volta paventavo e che potrebbe durare anche più di un anno. Dovremo allora temere il peggio anche per il nostro FTSE-Mib? Sa bene che il nostro indice non mi è mai piaciuto, soprattutto in merito alla sua articolazione di constituent e dunque anche nel “contesto scenico” che come sempre è anticipato dal “contesto tecnico”. È ormai da quattro anni che le sue performance soggiacciono a questa inevitabile regola. Essendo tuttavia salito meno in quasi tutte le fasi ascendenti, l’obiettivo attuale del nostro indice potrebbe essere quello di “mantenersi vivacchiante” nell’ampio trading range – anche vagamente convergente – tracciabile tra i 22.000 e i 18.000 punti, sebbene già l’entrata nella fascia di prezzo tra 18.900 e 18.200 procurerebbe serie ambasce e assai probabili interessamenti di area 17.500/17.300 almeno. Nel breve, la situazione potrebbe tranquillizzarsi se si riuscisse ad entrare in una mini fascia compresa tra 20.750 e 21.150, ma è da “Cavalieri che fecero l’impresa”e qui purtroppo di “cavalieri senza macchia” ne abbiamo davvero pochi… e senza riferimento politico alcuno. È soltanto la mia passione per il cinema… Allora quali titoli bisognerà tenere o quali occorrerà vendere? Sui titoli già l’altra volta avevo espresso il mio pensiero, in merito alla “forza”. E la forza relativa diventa oggi ancora più importante. Bisognerà fare ancor più un discorso in questo senso, nel caso poi che il DAX abbandonasse quota 6.900, quando allora tutta l’Europa potrebbe subire un’accelerazione ribassista piuttosto violenta. I miei favoriti (e unici) all’interno del FTSE-Mib restano dunque ancora: • Terna: da quando ci eravamo sentiti ha perso circa un 1,50%, ma staccando un dividendo di oltre 6 punti percentuali e contro il -7% dell’indice. E sarà da incrementare, qualora superasse dapprima la fascia 3,41/3,43 e poi i 3,55€; • Campari: da allora ha guadagnato un 1%, staccando altrettanto di dividendo; • Tod’s: qui attenzione. Ha perduto circa un 8% (a fronte però di una cedola di oltre il 6%), ma tutto ciò l’ha portata vicinissima a un’area importantissima, vale a dire quella intorno a 84,50€. Una violazione di questo livello potrebbe portare a un mutamento climatico sul titolo. In caso contrario, le quote attuali appaiono interessanti per l’acquisto. C’è poi invece un “in” (anzi due) e un “out”: Exor esce per ora dal mio universo “investibile” e entra in quello “osservabile”: sarà bene monitorarne gli eventuali sviluppi, qualora le quotazioni si infilassero tra 21,35 e 20€. Vi entra nuovamente Saipem che davo un poco per “arrivata” e per converso sembra possa finire il lunghissimo (a questo punto) laterale, in atto ormai dal dicembre dell’anno scorso: ma potrebbe uscire da due parti: o da 36,70€, verso l’alto e allora riparte davvero o da 35€ tondi tondi, verso il basso, e in questo caso confermerebbe la stanchezza di cui sopra, ma le recenti dinamiche fanno propendere per la prima ipotesi. Avevo parlato di due entrate e allora non si può tacere di FIAT, da tenere sempre fino a 6,65€, ma soprattutto da incrementare, una volta che superasse la soglia dei 7,70€. Infine le confermo in toto, le possibili outsider, vale a dire Pirelli e Snam Rete Gas, ma in questo momento è forse meglio la seconda, quale titolo più conservativo. Dunque vendere tutto il resto? Quasi! Il resto – glielo ripeto alla noia e me ne scuso – è soltanto desolazione e vedo davvero per difficilissimi, quanto improbabili, i recuperi per titoli come Generali e Unicredit, come Telecom Italia e Finmeccanica e anche per la stessa ENI. Insomma, chi ha un po’ di anni di borsa sulle spalle, non può far altro che riconoscere che la borsa Italiana degli anni ’80 e ’90 è davvero ormai finita: tutto un altro mondo! Prima erano sparite Montedison e Olivetti, poi Stet e Sip (ora sotto false spoglie, rispetto ai titoloni che furono all’epoca); più recentemente, tra accorpamenti vari, fusioni semi-travestite, abbiamo perduto due delle banche storiche italiane: la COMIT e l’Istituto Bancario SanPaolo di Torino (è mai stato a Torino in questi ultimi tempi?). Ora rischiamo di perdere anche la FIAT… almeno per sede… Questo dovrebbe a sufficienza fornirle il quadro in cui versa la nostra economia, che è ciò che la borsa riflette e spesso anticipa. Fuori dai confini nostrani intravvede più possibilità? Sicuramente la scelta dei temi operativi, per settori e scelte di investimento, è più variegata e più ricca, ma se Atene piange, Sparta non ride certamente!... e qui, senza essere appassionati di storia, il tema è di estrema attualità, soprattutto speculativa. C’è certamente chi ci marcia dietro queste vicende. Gli investitori debbono comprendere soprattutto questo e non seguire pedissequamente l’umore che ne deriva. Su e giù come più piace. A noi resta da capire soltanto il “gioco” dove porta. La grossa variabile, a questo punto rimane nel mercato valutario. Se davvero l’€ confermasse la debolezza delle ultime ore, andando a violare lo 1,3850, potrebbero aprirsi scenari diversi, con possibilità di vedere, per esempio, nuovamente con favore l’investimento sulle economie emergenti, tipo Malaysia e Indonesia. Ci sono buoni Etf, non proprio liquidissimi, ma che in un’ottica di medio/lungo sono più che approcciabili. Al contrario, Brasile, India e Cina, mi danno ancora troppo poca sicurezza. Sono scese troppo poco le prime due, poiché per quest’ultime la correzione è già cominciata da tempo e non è mai salita abbastanza l’ultima, ma proprio da quelle aree geografiche lì partì il gran rimbalzo d inizio 2009… Ma le strategie operative che si possono mettere in piedi, in uno scenario tale, non sono molte? Falso, falso quanto vero quello di prima! Una strategia alla quale stavo pensando proprio in questi giorni può essere così schematizzata: • lungo di quei titoli di cui abbiamo parlato poco fa, con aggiunta di qualche titolo europeo e di qualche bella storia USA… • corto strutturale di FTSE-Mib e EuroStoxx50, con Etf tipo XBRMIB.MI… • lungo, ma soltanto tatticamente, quasi in trading e sui forti sell-off, su un Etf, quale potrebbe essere il BNK.MI… • infine, ricopertura del corto, in stile PAC a due/tre anni (riducendo elasticamente la durata in caso di più pronunciati ribassi), a ogni discesa, per esempio, di un tot. percentuale che poi ognuno dovrà settare secondo la sua “sensitività” in senso lato… ma sensitivity dall’inglese rende molto meglio! Le ho già rubato troppo tempo. La ringrazio e le lascio terminare il suo lavoro, ma ci risentiamo ai primi di luglio, vero? Questo è vero e anche promesso! Buon trading dunque a tutti i suoi lettori… e un poco di prudenza operativa! and… never forget!… Take it easy! |